L'uomo e il pianeta sovraffollato
E' chiaro che l'uomo moderno ha raggiunto in un periodo che comincia tra i 60.000 e o 70.000 anni fa, un livello di capacità tecnica che gli ha permesso di espandersi rapidamente su tutta la superficie del globo e di adattarsi a vivere in ambienti molto diversi. La predisposizione a questa impresa ha incluso il passaggio da una tecnica più antica di fabbricazione degli utensili di pietra, chiamata musteriana, a una nuova, caratteristica dell'uomo moderno, detta aurignaciana. Ma un'espansione richiede una forte crescita demografica. Senza un'attiva riproduzione, la diffusione geografica determinerebbe una diminuzione di densità della popolazione, una diluizione nello spazio. Non vi è certamente stata diluizione della popolazione ma tutto il contrario: l'espansione al mondo abitato di oggigiorno è stata accompagnata da una continua crescita demografica. Alla maggiore velocità di crescita conosciuta per l'uomo, si ha un raddoppiamento della popolazione ogni vent'anni. La crescita a questa velocità può durare assai poco: in un secolo le dimensioni demografiche aumentano di trentadue volte, in due secoli di mille, in quattro secoli di un milione di volte. E', si può dire, un'esplosione. Al giorno d'oggi più della metà degli esseri umani si moltiplica a un ritmo molto vicino al massimo possibile. Bisogna essere completamente ciechi per i numeri (un problema sfortunatamente non raro) per non rendersi conto che si deve risolvere la questione al più presto.
Luigi Luca Cavalli-Sforza
Genetista, accademico e ricercatore
1922 -2018
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