Fare cultura. (5)
La Differenziazione linguistica dell'Europa che abbandona il Latino.
Se nella seconda metà del Cinquecento un poco in tutti gli Stati Europei la Letteratura e pure i testi legislativi abbandonano l'uso del "latino" ciò non significò che nel continente venne a mancare l'unità culturale. In quel tempo di scoperte di nuove terre e nuovi popoli nelle Americhe e nell'Asia si accentuò, anzi, il sentimento di somiglianza fra tutte le genti europee rispetto a quelle delle nuove terre esotiche.
L'unità culturale fu riscoperta, ed anzi rivalutata, soprattutto negli elementi comuni presenti nel Cristianesimo, seppure con tutte le varianti fra cattolici, protestanti e ortodossi.
Il protestantesimo e il cattolicesimo, in particolare, non mostrarono mai una rappresentazione monolitica. Entrambi in relazione alle realtà in cui operavano tendevano a rappresentare scelte politiche e istituzionali piuttosto che "religiose"; tutto ciò che esse avevano in comune (p.e. i postulati agostiniani sulla personalità umana) si è rivelato essere più profondo di quanto pensassero di contemporanei di quel primo '500.
Molti testi storici che si soffermano su quel periodo mettono in evidenza come sul presupposto della "personalità umana", comune al mondo cristiano, molti uomini di cultura di quel periodo non esitarono dal passare da una professione di fede all'altra. E non furono pochi, al punto che alcuni lessero il quadro culturale unitario dell'intero continente come la "Repubblica delle Lettere".
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