Le Chiese di tradizione orientale (bizantine) lo indicano come san Nicola di Myra. Nel mondo anglo sassone Egli è san Nicolao, san Nicolò e su di lui il contesto nord-europeo ha fondato il "mito" di Babbo Natale, presumibilmente sulla tradizione secondo cui Egli regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose, invece di prostituirsi.
Visse fra il 270 ed il 343 dopo Cristo.
Nativo di Patara nella Licia, regione storica dell'Asia Minore, allora terra dell'Impero Romano, situata sulla costa meridionale dell'Anatolia (oggi Turchia), e dimostrò fin da bambino di essere predestinato alla diffusione e consolidamento del Cristianesimo. Giovanissimo si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Myra (in Licia), da cui svolse la sua missione.
A Myra è stato vescovo greco, venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. Molti libri lo considerano un santo miroblita (=il corpo emana una fragranza gradevole, e lascia colare un olio). Secondo taluni storici avrebbe partecipato al primo Concilio Ecumenico (Nicea). Una delle preghiere più note della liturgia bizantina, che frequentemente capita di ascoltare nelle chiese dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, si rivolge proprio a San Nicola con queste parole:
O beato vescovo Nicola, tu che con le tue opere ti sei mostrato al tuo gregge come regola di fede (kanòna pìsteos) e modello di mitezza e temperanza, tu che con la tua umiltà hai raggiunto una gloria sublime e col tuo amore per la povertà le ricchezze celesti, intercedi presso Cristo Dio per farci ottenere la salvezza dell’anima.
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