Come
evidenziato in un testo già pubblicato (blog del 18 febbraio 2014), quando si
parla di "Madonna della Favara" per i contessioti queste tre parole,
accostate ad un'altra parola particolare (immagine, confraternita, chiesa,
festa, parrocchia, vara, fontana, quartiere) identificano vari eventi, opere,
luoghi ed istituzioni. Per far conoscere, in maniera
sintetica ma esauriente, dati e notizie sulla Madonna della Favara, riferiti in
particolare alla parrocchia, sono di seguito proposti all'attenzione dei
lettori alcuni testi del "III
centenario di istituzione della Parrocchia di rito romano a Contessa":
presentazione dell'evento culturale del 1998, testo del decreto del 1698, interventi dei relatori e delle autorità
presenti.
Presentazione - Il terzo centenario di istituzione della
parrocchia di rito romano è stato celebrato con la partecipazione dell’intera
Comunità contessiota (cittadini, clero, amministratori comunali, rappresentanti
delle istituzioni pubbliche e private)
principalmente con due iniziative: una culturale (convegno) e l’altra
religiosa (solenne liturgia pontificale).
A Contessa Entellina infatti il 6
settembre 1998, nell’aula consiliare del palazzo comunale, si è svolto un convegno, organizzato dalla
Amministrazione comunale e dall’Associazione Culturale “N. Chetta”, dedicato al “III centenario di istituzione della
parrocchia di rito romano di Contessa Entellina: aspetti storici, sociali e
culturali”.
Tale
iniziativa, dedicata alla ricorrenza locale più significativa del 1998, é stata
per i partecipanti un’occasione per conoscere alcuni aspetti della vita
sociale, religiosa e culturale degli ultimi trecento anni di Contessa
Entellina, come si può dedurre dalle relazioni e dagli interventi, i cui titoli
sono riportati in grassetto di seguito (tra parentesi il nome dei relatori):
* Saluto e
presentazione del convegno
(Rag. Pietro Cuccia, Sindaco
di Contessa Entellina)
* Iniziative legislative e diritti delle minoranze
(Dott. On. Francesco Di
Martino, deputato all’Assemblea Regionale
Siciliana)
* Parrocchie e patrimonio culturale
locale (Nino Montalbano, Assessore alla Cultura del Comune di Contessa
Entellina)
* Madonna della Favara: immagine,
chiesa, congregazione parrocchia, processione, vara.
(Dott. Calogero Raviotta, Presidente
dell'Associazione Culturale "Nicolò Chetta")
*La Festa della Madonna della Favara
(Leonardo
Lala - “Narduci”, cultore di lingua e tradizioni arbëreshë)
*La reciprocità tra cultura bizantina e
cultura latina.
(P. Basilio Randazzo, docente alla Facoltà
Teologica di Sicilia-Palermo)
*Conclusioni
(S.
E. mons. Sotir Ferrara, Eparca della diocesi di Piana degli Albanesi).
Il Prefetto
della Sacra Congregazione per le Chiese Orientali, card. Achille Silvestrini,
ha inviato al vescovo di Piana degli Albanesi una sua lettera personale per
“esprimere l’apprezzamento più sentito per l’opportuna iniziativa”, per
“porgere i più vivi rallegramenti per l’importante ricorrenza” e per invitare la Comunità a rinnovare “l’impegno
di comunione ecclesiale e di testimonianza al Vangelo”.
Ai presenti al convegno é
stata consegnata copia del testo della bolla di istituzione della
parrocchia, avvenuta il 9 dicembre 1698, di cui viene riportato il testo.
COSTITUZIONE DELLA PARROCCHIA DI RITO ROMANO
“MARIA SS. DELLE GRAZIE” DI CONTESSA ENTELLINA.
(Decreto di Mons. Francesco Ramirez,
arcivescovo di Agrigento, 9 dicembre 1698)
Noi
Arcivescovo fr. D. Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori, per
grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti, consigliere
- omissis -
Trovandoci
in corso di visita in questa terra di Contessa abbiamo notato essere
amministrati i sacramenti indiscriminatamente per gli abitanti di rito Latino e
Greco. Nella stessa medesima chiesa e nel medesimo Tabernacolo essere
conservato per l’uno e l’altro clero il Sacramento dell’Eucaristia in Azzimo e
fermentato, dal che avviene che i latini ricevono per lo più l’Eucaristia sotto
entrambe le specie. Come spesso essere avvenuto, abbiam saputo da relazioni
degne di fede, che passino al Rito greco impunemente contra la disposizione
della Santa Memoria di Clemente VIII: infatti dai Cappellani Curati designati
per ciascun rito non si distinguono quali sono le pecorelle del proprio Rito.
Al quale male dannoso alle anime volendo rimediare a toglierlo del tutto,
abbiamo stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità
conferitaci dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel
miglior modo, stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei Sacramenti
secondo il Rito Latino sia destinata una particolare e separata
Parrocchia. E poichè molto sia dei Greci che dei Latini si sono offerti
di edificare una nuova chiesa per tale scopo intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo destinato e scelto e destiniamo
e scegliamo per la predetta amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito
Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra la Venerabile chiesa di
S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi) volgarmente della Madonna della Favara, che costituiamo in Parrocchia dei Latini,
unicamente per l’amministrazione dei Sacramenti da parte del Cappellano Curato
dei Latini, nè può trasportarsi il S.S. Sacramento dell’Eucaristia per i fedeli
Latini di lì in altra chiesa senza nostra espressa sicura rimanendo per i
Greci la medesima chiesa nella quale fino ad ora sono stati amministrati i
Sacramenti del loro Cappellano Curato. Con questo tuttavia che nell’una o
l’altra chiesa possano celebrarsi le Messe dai Sacerdoti Greci o Latini, come
si è osservato fin’ora. Però le funzioni, che sono proprie di ciascun Rito e
Chiesa, siano compiute soltanto rispettivamente dai propri cappellani Curati,
alle quali, se è invitato il Cappellano Curato di un altro Rito, deve avere la
precedenza per urbanità sull’altro cappellano nella cui chiesa si compiono le
funzioni.
Solamente
nel giorno del Sabato Santo non è lecito suonare le campane nella chiesa dei
Latini prima che siano suonate nella chiesa dei Greci.
Appena poi
si compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente conservarsi
l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini provvederemo
opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie rimarrà nel medesimo
stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a Parrocchia dei
Latini; senza pregiudizio per i
Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in
essa. Pertanto acciò la predetta divisione delle chiese per la retta e
salutare osservanza dell’uno e dell’altro Rito appaia nel futuro e si osservi
in perpetuo abbiamo scritto il presente decreto in Contessa nel corso della
visita il nove Dicembre 1698.
Don
Francesco Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.
"Saluto e
presentazione del convegno" (sindaco rag. Piero Cuccia)
Sono
lieto di porgere il benvenuto a tutti i partecipanti al convegno, che oggi qui
si svolge, dedicato al III centenario di istituzione della parrocchia di rito
romano di Contessa Entellina.
Saluto gli illustri ospiti, in particolare S. E. mons.
Sotir Ferrara, vescovo della nostra diocesi, l’on. Francesco Di Martino, nostro
concittadino e deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, i relatori, le
autorità ed i rappresentanti delle istituzioni locali, e voi tutti, gentili
Signore e Signori.
Nella vita di una comunità alcuni avvenimenti risultano
momentaneamente significativi e vengono subito dimenticati, mentre altri si
fissano nella coscienza e nella memoria del popolo e quindi durano nel tempo,
perché costituiscono il fondamento della sua storia.
L’istituzione della parrocchia di rito romano, tre secoli
fa, può essere considerata una delle pietre fondamentali della comunità
contessiota, che é nata e cresciuta nella osservanza dei valori cristiani,
tenuti vivi dal clero locale, sia di
rito greco che latino.
Per questo motivo il tricentenario di istituzione della
parrocchia latina viene considerato l’avvenimento locale più significativo del
1998 e pertanto celebrato, in questa aula consiliare, nel palazzo comunale, che
significativamente rappresenta tutta la comunità contessiota.
L’importanza
della ricorrenza, che oggi celebriamo non poteva quindi non coinvolgere
l’Amministrazione Comunale, che si é impegnata
a dare il suo apporto significativo con la personale partecipazione
dell’Assessore alla cultura all’organizzazione del presente convegno.
Nel 1998 la ricorrenza celebrata in questo
convegno é la più significativa, ma non la sola, perché nell’anno in corso a
Contessa meritano di essere celebrati e ricordati altri avvenimenti di
interesse storico, ecclesiastico, culturale e artistico.
Ricorre
quest’anno infatti anche il 160° anniversario di costruzione della “vara” della
Madonna della Favara, opera d’arte di particolare valore artistico, costruita
nel 1838 e restaurata nel 1984, che conferisce una suggestiva solennità alla processione dell’otto settembre.
Ricorre
inoltre quest’anno il 40° di istituzione della parrocchia di Piano Cavaliere,
sorta nel 1958 per i residenti del nuovo borgo.
Ricorre
il 550° anniversario della venuta a Mazara, nel Castello di Bisiri, dei soldati
albanesi, che due anni dopo, nel 1450, fondarono la colonia italo-albanese di
Contessa.
Al
riguardo posso anticipare che nel 2000 l’Amministrazione Comunale intende
celebrare il 550° anno di fondazione di
Contessa con particolare solennità e già dal prossimo anno sarà costituito un
Comitato organizzatore, cui saranno chiamati a far parte i rappresentanti di
tutte le istituzioni locali, per celebrare degnamente l’avvenimento.
Ritengo
che i fatti, gli avvenimenti ed i personaggi, che hanno fatto la storia del
nostro comune, e le opere e le varie testimonianze, che ne costituiscono il
patrimonio culturale, devono essere proposte all’attenzione dei cittadini con
iniziative come la presente, perché tutti possano conoscere le nostre radici, i
valori su cui si regge la vita della nostra comunità.
L’Amministrazione
Comunale ha ben accolto la proposta dell’Associazione “Nicolò Chetta” di organizzare il presente
convegno e sarà sempre disponibile a prendere in considerazione proposte di nuove iniziative finalizzate
alla valorizzazione di tutte le espressioni del vasto, peculiare e prezioso
patrimonio culturale locale.
Prima
di concludere il mio intervento, voglio proporre alla vostra attenzione ancora
una ricorrenza di quest’anno, molto personale, che si riferisce ad un nostro
concittadino qui presente: il 25° di ordinazione sacerdotale di papas Jani
Borzì, al quale porgo i migliori auguri affinché possa continuare ancora per
molti anni a svolgere il suo ministero sacerdotale tra noi. Sono certo che anche
voi vorrete esprimere al nostro papas Jani questo augurio, che propongo di
manifestargli insieme con un caloroso applauso a lui dedicato.
* * *
" Iniziative legislative e diritti delle minoranze"
(On. dott. Francesco Di Martino)
Signor
Sindaco, Eccellenza, Signore e Signori,
ringrazio
il Comitato organizzatore e
l’Amministrazione Comunale per avermi
dato l’occasione di questo incontro.
Dopo
aver letto le brevi note che sono riportate sul programma-invito di questo
convegno, mi viene spontanea una prima riflessione sulla ricorrenza, che oggi
viene celebrata: Ramirez é stato un
vescovo “pluralista”.
Oggi
infatti questo vescovo di Girgenti così sarebbe stato certamente definito, per
aver saggiamente e correttamente riconosciuto ai contessioti di rito latino di
ricevere i sacramenti secondo il loro rito romano, costituendo una parrocchia
per loro.
Dobbiamo
quindi rendere omaggio a questo vescovo, per aver riconosciuto già tre secoli
fa i diritti delle minoranze, ufficialmente previsti negli ordinamenti degli
stati moderni, ma non sempre riconosciuti nella pratica attuazione.
La
professione di qualunque religione rientra nei diritti naturali di ogni uomo,
quindi tutti quelli che pensano di poter vietare o di privilegiare un rito
certamente non possono essere considerati democratici, persone tolleranti, ma
persone che hanno una visione distorta della convivenza civile.
Non
c’é dubbio che nei comuni siculo-albanesi ci sono stati dei contrasti e penso
di non sbagliare, perché ho un minimo di esperienza diretta al riguardo.
I
contrasti sul rito e la religione spesso nascondono interessi e contrasti di
natura politica o di potere. Tutte le volte che si é tenuta distinta la sfera
spirituale e religiosa da quella politica, abbiamo visto che i contrasti sono
scomparsi o comunque si sono di molto attenuati.
Posso
riportare la mia esperienza diretta di amministratore comunale: come sindaco di
Contessa per quasi 18 anni, non ho mai fomentato o sollecitato scontri tra i
riti, ma ho cercato sempre di portare avanti l’opera di pacificazione ed in
ogni caso mai nessun privilegio nei confronti sia del rito greco che del rito
latino, mai nessuna discriminazione a favore del rito greco o latino.
Quindi
complessivamente ritengo che negli ultimi decenni si é avuta a Contessa un clima
di generale pacificazione, che per la verità non si é avuta però nelle altre
comunità siculo-albanesi.
Al
riguardo ho qualche ricordo appunto non gradevole: avendo presentato
all’Assemblea Regionale Siciliana un disegno di legge sulla valorizzazione delle
Comunità italo-albanesi ho ricevuto una
lettera di insulti, firmata da alcuni cittadini di Palazzo Adriano, i quali
pensavano che tale iniziativa nascondesse chissà quali reconditi interessi
contro la comunità di rito latino.
Si
trattava evidentemente di fanatici e comunque di persone di scarsa cultura e di
debole coscienza democratica, per cui questa lettera non ha avuto nessuna
risposta mia personale, perché la risposta é stata data dall’ARS la notte tra
il 2 ed il 3 settembre scorso, quando é stato approvato l’articolato di un
disegno di legge, che potrà costituire, per la Sicilia, un valido strumento
legislativo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e
culturale delle comunità italo-albanesi. Manca ancora il voto finale. Ritengo che
l’approvazione sia scontata, anche se potrà sorgere qualche piccolo problema,
qualora il Commissario dello Stato dovesse impugnare qualche articolo della
legge approvata, essendo stati rispettati, in materia di tutela delle
minoranze, gli indirizzi della Costituzione e le Direttive contenute in un Protocollo, firmato dai Capi di Stato e di
Governo dei Paesi membri della Comunità
Europea.
Questo
Protocollo, fatto proprio dai vari parlamenti nazionali, considera come diritti
inalienabili di ogni persona la tutela della lingua, delle tradizioni e dei
costumi delle minoranze.
Quindi
quando noi portiamo avanti queste iniziative, sosteniamo di valorizzare tutto
ciò che caratterizza una minoranza cioé
tutto quello che rappresenta la loro storia, la loro identità etnica,
linguistica e culturale. La loro tutela non é solo un bene per le comunità
medesime ma una risorsa per la Sicilia e per l’Italia.
Quindi
l’approvazione definitiva del predetto disegno di legge costituirà un valido
strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale anche di Contessa, in
tutte le sue espressioni, patrimonio che non appartiene ai cittadini di rito
greco o di rito latino, ma all’intera comunità locale.
Dopo aver riportato il programma del
convegno ed il testo degli interventi del sindaco Piero Cuccia e dell' on.
Francesco Di Martino, vengono di seguito riportati i testi degli altri
interventi e la cronaca della celebrazione del tricentenario, che è stato
caratterizzato da iniziative culturali (convegno del 6 settembre nell'aula
consiliare comunale e pubblicazione degli Atti) e iniziative religiose
(celebrazione in rito romano il 9 dicembre 1998 nella chiesa della Madonna
della Favara).
Il nove dicembre
una atmosfera festiva ha animato le vie e le case di Contessa Entellina ed in
particolare la chiesa sede della
parrocchia latina: l'illuminazione
straordinaria ha ornato il prospetto della chiesa e la via Morea, dalla chiesa
fino alla piazza, dove le autorità locali civili, religiose e militari hanno
atteso l'arrivo dell'arcivescovo di Monreale e del vescovo di Piana degli
Albanesi, la cui presenza ha contribuito
significativamente a solennizzare la storica ricorrenza.
Quando le note della banda
musicale hanno annunciato l'arrivo dei due vescovi, accolti dai parroci, dal
sindaco e da alcuni fedeli, il corteo con fedeli e autorità si è avviato dalla
piazza ed ha raggiunto la chiesa della Madonna della Favara.
Anche se da tempo era stata
prevista, nel programma delle manifestazioni, non era presente il vescovo di
Agrigento, il cui predecessore nel 1698 aveva istituito la parrocchia.
Contessa infatti nel
Medioevo, quando era un piccolo casale,
afferiva alla giurisdizione ecclesiastica della diocesi di Girgenti,
sotto cui era rimasta fino al 1845, quando fu trasferita sotto la giurisdizione
della arcidiocesi di Monreale. Nel 1937 fu trasferita invece sotto la giurisdizione dell'Eparchia
di Piana degli Albanesi, nuova diocesi istituita per i fedeli di rito bizantino
della Sicilia. Nel 1960 anche i fedeli di rito romano sono passati sotto la
giurisdizione dell’Eparchia.
La corale locale, diretta da
papas Nicola Cuccia, ha accolto con un gioioso canto polifonico i due vescovi
nella chiesa parrocchiale latina, di recente restaurata, gremita di fedeli
tutta illuminata dagli antichi e nuovi lampadari. L'altare era ornato da tanti
fiori. Le autorità hanno preso posto nei primi banchi, il clero ed i vescovi
nel coro, molti hanno documentato l'evento con fotografie e riprese con videocamere.
Prima di iniziare la celebrazione
della S. Liturgia mons. Ferrara ha rivolto a mons. Vigo parole di benvenuto e
di ringraziamento per aver accettato di partecipare alla celebrazione del III
centenario di istituzione della parrocchia latina di Contessa. Ha salutato
quindi le autorità, il clero ed i fedeli presenti.
Mons. Vigo ha ringraziato
mons. Ferrara, le autorità locali ed i fedeli per la calorosa accoglienza
riservatagli ed ha dichiarato di essere lieto di partecipare alla ricorrenza
dello storico avvenimento, rilevando quindi l'importanza ed il significato
della celebrazione dell'istituzione della parrocchia, da considerare come
occasione per ricordare e celebrare tutto ciò che contribuisce alla scoperta
delle proprie radici ed alla formazione della propria identità religiosa,
culturale e sociale.
La celebrazione della S. Liturgia, seguita con devozione dai
fedeli, cui hanno partecipano i vescovi,
i diaconi ed i sacerdoti di rito romano e di rito bizantino, attorno allo
stesso altare, per pregare il Padre
comune, ha creato una suggestiva atmosfera ecumenica, che ha fatto dimenticare
e svanire i ricorrenti e sempre più rari e banali atteggiamenti campanilistici
di alcuni fedeli, in vero ormai pochissimi, che sono convinti di esprimere e
realizzare la loro religiosità identificandosi nel rito di appartenenza e non
nei valori spirituali che il Cristianesimo testimonia, aldilà delle differenze
etniche, linguistiche, religiose e rituali.
La statua della Madonna
della Favara, le cui fattezze riproducono l'antica immagine del mosaico "Madonna del
Muro", venerata a Contessa fino ai primi decenni del secolo XIX, dalla sua
nicchia, nel cappellone centrale, sovrasta l'altare, il coro, i celebranti, i
fedeli e tutta la chiesa. Con la sua
orientale espressione di "Odigitria" (con la mano destra indica Gesù
Bambino) la Madonna della Favara sembra
invitare tutti, greci e latini, ad indirizzare insieme all' unico Signore le preghiere di lode, di supplica e di
ringraziamento.
Con questo spirito ecumenico
il clero ed i numerosi fedeli presenti alla funzione religiosa hanno celebrato
il III centenario di istituzione della parrocchia latina, l'avvenimento locale
religioso, storico, culturale e sociale più importante dell'anno 1998 a
Contessa Entellina.
Questo significato ecumenico
è stato anche evidenziato nell'omelia da mons. Vigo ed è stata pienamente
realizzata nella concelebrazione eucaristica, cui hanno partecipato i due
vescovi.
Questa ricorrenza è stata
quindi un’occasione che ha evidenziato principalmente e significativamente che
i contessioti hanno il privilegio di poter vivere, arricchire e approfondire la
propria religiosità con la spiritualità cristiana della Chiesa d'Oriente (che
segue la tradizione del rito bizantino) e della Chiesa d'Occidente (che segue
la tradizione del rito romano), grazie alla presenza, da tre secoli, a Contessa,
sia della parrocchia di rito bizantino sia
della parrocchia di rito romano.
IL PATRIMONIO CULTURALE LOCALE E LE PARROCCHIE
(Nino Montalbano, Assessore alla Cultura
della Amministrazione comunale di Contessa)
Questo convegno, dopo appena
tre mesi di insediamento della nuova Amministrazione Comunale, é importante
perché serve, in un certo senso, a focalizzare la nostra attenzione su un
aspetto di vitale importanza della nostra realtà, quello del patrimonio
culturale locale.
Contessa é ricca!
Questa affermazione non é
determinata da facili campanilismi, perché Contessa é veramente ricca. Basti
pensare ad Entella ed a tutta quell'enorme mole di storia e di reperti, che i
recenti scavi archeologici ci hanno dato. Basti pensare al Castello di
Calatamauro, al Monastero di S. Maria del Bosco, al patrimonio che
caratterizza, in maniera forte ed evidente, il nostro paese, cioé la nostra
realtà di minoranza etnica, linguistica e religiosa.
Tutto questo é ricchezza, solo
che noi non lo sappiamo o non ce ne rendiamo conto. Sulle basi di questo
patrimonio potremmo costruire il futuro. E allora mi viene spontaneo, in questo
momento, sollevare, nei confronti delle istituzioni ma anche nei confronti di
me stesso, una protesta. Vorrei che si dicesse: "basta! é tempo di
iniziare un nuovo corso". Vorrei che la storia di questa nostra comunità
facesse una grossa sterzata. Bisognerebbe protestare perché é assurdo che una
zona archeologica, talmente bella e importante, come quella di Entella, non sia
stata ancora valorizzata. Gli scavi proseguono a ritmi blandi e di questo passo
la nostra generazione non saprà e non vedrà mai cosa c'é sotto quella terra.
Per non parlare poi del
Castello di Calatamauro, letteralmente abbandonato. Mai un intervento, mai una
parola. Si, siamo ricchi! Ma a cosa serve avere il "denaro" nel
cassetto senza poterlo spendere, senza poterlo barattare con altre cose?
L'abazia di S. Maria del
Bosco, nella parte che doveva essere ristrutturata dalla Curia arcivescovile di
Monreale, nonostante i finanziamenti, ancora non ha avuto nessun intervento di
consolidamento. Noi, come Amministrazione Comunale, abbiamo tentato di
stimolare gli enti preposti, ma ancora non si é avuto nessun riscontro, anche
se ci é stato assicurato che un primo intervento, nell'ala del primo chiostro, verrà
effettuato.
Nonostante che ci
caratterizza il nostro patrimonio arbëreshë,
secondo l'opinione di molti, noi arbëreshë non dobbiamo più esistere e
parlare l'albanese a Contessa é diventato difficile. "Perché non parli
correttamente" é il rimprovero più frequente che si usa fare. Essere e
sentire un certo tipo di appartenenza é diventato difficile a Contessa, tanto
da arrivare al punto paradossale che gli arbëreshë a Contessa si sentano
ospiti.
Facendo un'altra
riflessione, forse un po troppo fantasiosa, si potrebbe far risalire la colpa
dell'incuria al luogo diverso di insegnare ai ragazzi. E' infatti mia
convinzione che anche il luogo abbia un ruolo determinante nella formazione
dell'alunno e se consideriamo che, per dodici anni, siamo stati senza il
"luogo" per eccellenza dell'insegnamento, la scuola elementare, che
fa parte anch'essa oltre al resto del nostro patrimonio, allora tutto é chiaro.
Dodici anni per
ristrutturare una scuola, un monumento, l'opera migliore della nostra storia
recente. Un intervento che doveva costare 300 milioni e che oggi, dopo diverse
varianti, sta costando un miliardo e duecento milioni. Sui modi, poi, anche la
mente eccelsa potrà trarre le sue giuste conclusioni.
Contessa é ricca perché ha
anche tantissimi altri posti favolosi da poter far visitare, come le riserve
naturali, non ancora troppo valorizzate, e natura a volontà.
Per tutto questo, io, in
questa sede e con profondo rispetto per il ruolo istituzionale che copro, mi
sento di dire ai nostri giovani, ma anche a tutti gli altri "riprendiamoci
il nostro paese", perché Contessa ha già dentro di sé tutto quello che ci
serve per costruirci un futuro.
E' proprio dalla
consapevolezza di questa enorme ricchezza che vorrei ricollegarmi all'altro
punto importante che oggi, forse, in queste giornate di festa investe un pò
tutti. Vorrei parlare delle chiese di Contessa, le quali sono per la maggior
parte di rito greco. Queste chiese si integrano favolosamente con il paese e
restano, ancora oggi maestose. Sono legate molto spesso ad un quartiere, tranne
per le due principali, e diventano nelle giornate di festa punto di riferimento
per la gente, che le visita mentre molte di esse rimangono chiuse per la
maggior parte dell'anno.
La chiesa dedicata alla “SS.
Annunziata e S. Nicolò”, sorta nel luogo
dove era la chiesa del vecchio casale, durante la venuta degli Albanesi, fu nel
seccolo XVI demolita e riedificata. Durante i recenti lavori di
ristrutturazione é stata trovata una cripta identificata come l'originaria
chiesa, che aveva una entrata diversa dall'attuale. Questa chiesa é ricca di
numerose tele e di un archivio risalente ai primi anni del 1600.
La chiesa “Maria SS. delle
Grazie”, detta della Favara, venne costruita dopo la riedificazione del Casale,
secondo la leggenda, dopo che fu rinvenuta una lastra di pietra con l'effigie
della Madonna. Nel 1698 dai greci venne provvisoriamente ceduta ai latini, come
sede provvisoria della parrocchia di rito romano, riservandosi però il diritto di celebrare alcune festività, tra
cui quella dell'otto settembre.
Attorno all’anno 1980 sono
stati effettuati vari restauri: vara della Madonna, statuta di S. Antonio, il
Crocifisso, l'organo a canne. Sono stati effettuati anche degli interventi
strutturali, alla fine dei quali la facciata é stata adornata di una maiolica.
Anche questa chiesa ha
un'archivio che risale al 1700.
La chiesa di S. Rocco
afferisce alla chiesa greca e fu fondata verso il 1700 e riedificata nel 1744.
La chiesa del Purgatorio fu
ricostruita verso il 1700 ed appartiene alla parrocchia greca.
La chiesa dell'Odigitria, la
cui origine risale alla venuta degli Albanesi in Sicilia, é rimasta incompiuta.
Quello che però più
caratterizza le parrocchie, oltre al patrimonio strettamente artistico, sono le
attività di vario genere, di cui si fanno promotrici e che coinvolgono molti
giovani.
(terzo
centenario della parrocchia latina - continua)
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