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domenica 20 novembre 2011

Pro memoria al governo tecnico: paghi chi ha contribuito a guastare il funzionamento del paese Italia

Domani comincerà la prima settimana di lavoro del governo presieduto da Mario Monti.
Prima ancora di mettere mano all'aumento di tributi e ai tagli di pensioni (così -riferiscono i giornali- pare voglia muoversi il governo) sarebbe opportuno che Mario Monti osservasse quanto hanno operato in questi giorni altri governi europei. 
La signora Merkel e David Cameron hanno di recente firmato un accordo col governo svizzero che costringerà tutti i capitali tedeschi ed inglesi occultati nelle banche della Confederazione a pagare circa un 30 % di tasse (con un marchingegno che scoraggia ogni tentativo di trasferirli in paradisi fiscali più riservati).
Berlino, a leggere i giornali, ne ricaverà 35 miliardi di euro. Gli stessi banchieri svizzeri hanno quantificato in 30 miliardi quello che da identico accordo ne verrebbe al fisco italiano.
Mario Monti non cerchi quindi, almeno in prima battuta, i soldi nelle tasche di chi finora è stato rispettoso delle leggi della Repubblica; dia un segnale forte, fortissimo, a coloro che hanno invece intrapreso i sentieri del Ticino per indebolire le finanze dell'Italia. 
Imiti il premier britannico  e la cancelliera tedesca.
La parola “equità” comincerebbe ad approssimarsi di nuovo al significato che ha nei dizionari.
E sarebbe ancora più significativo se si inducesse quel dieci per cento di italiani che possiedono la metà della ricchezza nazionale a contribuire "come si deve" al risanamento del paese.
Si usino gli strumenti più efficaci e più costituzionali prima di andare a distrurbare con aumenti dell'iva, tagli pensionistici, ici sulla prima casa, tutti coloro che il proprio dovere col fisco lo hanno sempre fatto.
Siamo certi che Mario Monti conosce l'art. 53 della Costituzione:  "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".

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