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martedì 1 novembre 2011

Europa al momento critico

Giornata festiva, ma i mercati sono spaventati:
Milano la piazza peggiore:
-7,04%. Parigi e Francoforte cedono il 5%, Londra il 3%. Giù anche Wall Street. Sui listini crollano in particolare le banche. I grandi istituti francesi, Societe Generale, Bnp e Credit Agricole, perdono oltre il 10%, la franco belga Dexia l'11%, la tedesca Commerzbank il 10%, la svizzera Credit Suisse il 9%. Male le banche anche Piazza Affari, con perdite percentuali a doppia cifra e raffiche di sospensioni al ribasso.
La paura dei mercati è legata alla decisione del primo ministro greco, George Papandreou, di indire un referendum sull'ultimo pacchetto di salvataggio del Paese che cancella una parte del debito, dietro pesanti garanzie che intaccano la sovranità, l'indipendenza, del paese.
Un piano criticato in Grecia proprio perché prevede una cessione di sovranità nazionale. Sui mercati si teme infatti che la consultazione possa bocciare in piano, con il conseguente default (fallimento) dello stato ellenico.
Papandreou ha convocato stasera una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri per discutere della situazione venutasi a creare dopo la proposta di indire un referendum.
Papandreu finora è stato molto apprezzato in Europa per l'impegno profuso nel tentativo di salvare la dignità del suo paese.
E' comprensibile comunque -per un politico- che gli vengano dei dubbi sulla strada che sta conducendo la Grecia ad avere un tenore di vita corrispondente a quello di 20/30 anni fà.
Ai sacrifici comunque non esistono alternative.
Papandreu -e con lui il popolo greco- sa che gli errori dei greci (avere falsato i bilanci per entrare nella zonaeuro)non possono essere pagati dagli altri paesi europei. E' ovvio che chi sta concedendo aiuti per 100 miliardi di euro esiga garanzie, esiga porzioni di sovranità in territorio greco. Cos'altro può fare chi sta tassando i propri cittadini (la Germania) per aiutare la Grecia se non esigere garanzie ? Le banche europee che detengono i titoli spazzatura greca dovranno infatti essere ri-capitalizzate, con urgenza, infatti.
Papandreu, da politico, sa di essere diventato impopolare fra i suoi concittadini, ma non può fermarsi a metà strada indicendo un referendun sul pacchetto di garanzie da offrire ai paesi terzi.
I greci respingeranno certamente il pacchetto e la loro sorte non sarà migliore che l'accettare i "sacrifici lacrime e sangue" infatti procureranno il fallimento del paese: per i prossimi decenni nessuno darà loro sostegno e resteranno, conseguentemente, fanalino di coda in Europa, con ulteriore caduta del tenore di vita.
Il discorso svolto per la Grecia vale, pari pari, per l'altro malato: l'Italia. Qui la situazione è più grave perchè negli ultimi tre anni non è stata applicata alcuna terapia per curare la malattia "debito pubblico". Dalle prossime settimane arriveranno agli italiani le medesime prescrizioni "lacrime e sangue" che la Grecia sperimenta da due anni.
Ovviamente così come in Grecia è stato sostituito il premier che aveva affossato -con i conti truccati quel paese- affidando la guida all'odierno impopolare ma dignitoso Papandrteui, anche in Italia occorrerà sostituire Berlusconi con .... Mario Monti, speriamo noi.
Serve una persona seria e credibile, infatti.

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