Il ministro dell'Economia Tremonti, secondo quanto ci offrono da leggere i
giornali, avrebbe più volte chiesto a Berlusconi di compiere un passo indietro, quel passo indietro
che oggi tutti in Italia vorrebbero.
La stranezza di quanto sta accadendo in Italia e che colpisce, forse ancora
di più dei disaccordi politici, è tuttavia che né il premier né il ministro
dell’economia si sono presentati in televisione (a reti unificate, si diceva
tempo fa) per spiegare lo stato della situazione socio-economica-finanziaria
del paese e per indicare gli obiettivi ed i traguardi da raggiungere fra
qualche tempo.
Se Tremonti non dice -in questa fase politica- nulla sulla situazione di
crisi del paese si diletta invece con frequenza a parlare di filosofia. Pochi giorni fà in un convegno tenutosi a Taormina ha detto qualcosa di
interessante, che in qualche modo conferma il timore e la riflessione riportata
ieri sul Blog: è la finanza a dominare e la democrazia a
soccombere in questi frangenti di crisi planetaria ?
Tremondi ha esplicitamente dichiarato che ormai "il mercato finanziario prevale sulla politica". "La globalizzazione mette in gioco i poteri dello stato, la democrazia e la struttura politica. C'è stata una rotazione tra lo stato e il mercato, e dentro il mercato finanziario lo Stato è andato sotto, la ricchezza sopra - ha spiegato Tremonti - I politici di una volta avevano il potere di determinare il futuro dei loro popoli. Con la globalizzazione la curva delle categorie politiche è scesa progressivamente. Il fenomeno è stato accettato fino a quando tutto andava bene: fino alla crisi".
Tremondi ha esplicitamente dichiarato che ormai "il mercato finanziario prevale sulla politica". "La globalizzazione mette in gioco i poteri dello stato, la democrazia e la struttura politica. C'è stata una rotazione tra lo stato e il mercato, e dentro il mercato finanziario lo Stato è andato sotto, la ricchezza sopra - ha spiegato Tremonti - I politici di una volta avevano il potere di determinare il futuro dei loro popoli. Con la globalizzazione la curva delle categorie politiche è scesa progressivamente. Il fenomeno è stato accettato fino a quando tutto andava bene: fino alla crisi".
Il ministro ha
comunque messo in guardia dalle tentazioni anti-europeiste. "Non credo che
si voglia tornare indietro, anche se questa ipotesi va considerata come
rischio. Quello che dobbiamo fare è esattamente l'opposto – ha concluso -
andare avanti, ragionare sull'esistente e guardare al futuro, quindi restare
giovani".
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