Il Cavaliere esce, almeno perora, dalla scena governativa. Questi ultimi
tre anni di vita civile dell’Italia, durante i quali a dire di Berlusconi
saremmo stati in condizioni paradisiache, o comunque meglio degli altri paesi
europei, possono essere giudicati attraverso i seguenti parametri:
-L'andamento dei conti pubblici,
-il peso del fisco in crescita,
-ma anche con il contenimento del
deficit rispetto all'andamento degli altri Paesi, tanto da puntare all'avanzo
nel 2013, grazie alla testardagine di Giulio Tremonti.
Vediamo più dettagliatamente l’eredità di questi tre anni. Ci riferiamo all'eredità economico-sociale, perchè quella morale, quella delle leggi "ad personam", quella dei ruffiani-parassiti-ladri inseriti nelle aziene pubbliche e nei gangli del paese, quella .... quella non è narrabile in una paginetta.
LA CRESCITA E LA RECESSIONE: La crescita si era attesta all'1,5% nell'ultimo anno pieno del Governo Prodi, il 2007, ma - complice la crisi finanziaria che arriva dagli Usa - il Pil crolla sotto zero nel 2008: -1,3%. La recessione è proseguita forte nel 2009, quando l'economia si è contratta di un ulteriore 5,2%. Il rimbalzo del 2010 (+1,3%) si è esaurito rapidamente. Le ultime previsioni del governo indicano per quest'anno una crescita dello 0,7%. Difficile si delinea anche il 2012. I dati mostrano infatti una contrazione dei consumi delle famiglie e i contraccolpi anche sulle esportazioni del made in Italy.
IL LAVORO, COLPITI GIOVANI E DONNE: La crisi internazionale, sorta con la natura finanziaria, si trasformata proprio nel corso del governo Berlusconi divenendo reale (ossia economica), con un impatto diretto sul mondo del lavoro, temperato dall'utilizzo di ammortizzatori sociali. La disoccupazione è passata dal 7% di fine 2008 all'8,3% del 2011. La crisi incide di più, però, su donne e giovani. La disoccupazione femminile viaggia un punto e mezzo sopra quella generale. As essere esplulsi dal mondo del lavoro sono i giovani: il tasso di disoccupazione tra 15 e 24 anni è passato dal 22,8% del 2008 al 29,3% dello scorso settembre.
I CONTI PUBBLICI: Qui esistono luci ed ombre. Il deficit, che nel 2007 Padoa-Schioppa (ministro di Prodi) era riuscito a portare all'1,6% con una cura da cavallo, rimbalza al 2,7% già nel 2008. La crisi travolge tutti i Paesi europei e vede l'Italia con il deficit sopra la soglia del 3% (5,4% nel 2009 e al 4,6% nel 2010). Non va meglio comunque per i «vicini» europei. Ma il deficit è «programmato» in calo. Le tre manovre di aggiustamento degli ultimi mesi - secondo le stime del governo ma con dubbi dell'Unione Europea -lo porteranno ora -2011- al 3,9%, per poi arrivare, con un rapido declino, al pareggio di bilancio nel 2013.
Il vero nodo rimane quello della montagna del debito pubblico che dal 105,8% del 2008 è balzato di dieci punti nel 2009 al 115,5% e quest'anno, secondo le ultime stime, si attesterà al 120,6%.
Per gli italiani rimane poi alto il peso del fisco: partito dal 42,9% del 2008 è balzato al 43,1% del 2009 e ora viene stimato al 42,7% nel 2011. Salirà poi -secondo le ultime previsioni stilate a settembre dal governo - al 43,8% nel 2012 fino a toccare il record del 43,9% nel 2013.
Vediamo più dettagliatamente l’eredità di questi tre anni. Ci riferiamo all'eredità economico-sociale, perchè quella morale, quella delle leggi "ad personam", quella dei ruffiani-parassiti-ladri inseriti nelle aziene pubbliche e nei gangli del paese, quella .... quella non è narrabile in una paginetta.
LA CRESCITA E LA RECESSIONE: La crescita si era attesta all'1,5% nell'ultimo anno pieno del Governo Prodi, il 2007, ma - complice la crisi finanziaria che arriva dagli Usa - il Pil crolla sotto zero nel 2008: -1,3%. La recessione è proseguita forte nel 2009, quando l'economia si è contratta di un ulteriore 5,2%. Il rimbalzo del 2010 (+1,3%) si è esaurito rapidamente. Le ultime previsioni del governo indicano per quest'anno una crescita dello 0,7%. Difficile si delinea anche il 2012. I dati mostrano infatti una contrazione dei consumi delle famiglie e i contraccolpi anche sulle esportazioni del made in Italy.
IL LAVORO, COLPITI GIOVANI E DONNE: La crisi internazionale, sorta con la natura finanziaria, si trasformata proprio nel corso del governo Berlusconi divenendo reale (ossia economica), con un impatto diretto sul mondo del lavoro, temperato dall'utilizzo di ammortizzatori sociali. La disoccupazione è passata dal 7% di fine 2008 all'8,3% del 2011. La crisi incide di più, però, su donne e giovani. La disoccupazione femminile viaggia un punto e mezzo sopra quella generale. As essere esplulsi dal mondo del lavoro sono i giovani: il tasso di disoccupazione tra 15 e 24 anni è passato dal 22,8% del 2008 al 29,3% dello scorso settembre.
I CONTI PUBBLICI: Qui esistono luci ed ombre. Il deficit, che nel 2007 Padoa-Schioppa (ministro di Prodi) era riuscito a portare all'1,6% con una cura da cavallo, rimbalza al 2,7% già nel 2008. La crisi travolge tutti i Paesi europei e vede l'Italia con il deficit sopra la soglia del 3% (5,4% nel 2009 e al 4,6% nel 2010). Non va meglio comunque per i «vicini» europei. Ma il deficit è «programmato» in calo. Le tre manovre di aggiustamento degli ultimi mesi - secondo le stime del governo ma con dubbi dell'Unione Europea -lo porteranno ora -2011- al 3,9%, per poi arrivare, con un rapido declino, al pareggio di bilancio nel 2013.
Il vero nodo rimane quello della montagna del debito pubblico che dal 105,8% del 2008 è balzato di dieci punti nel 2009 al 115,5% e quest'anno, secondo le ultime stime, si attesterà al 120,6%.
Per gli italiani rimane poi alto il peso del fisco: partito dal 42,9% del 2008 è balzato al 43,1% del 2009 e ora viene stimato al 42,7% nel 2011. Salirà poi -secondo le ultime previsioni stilate a settembre dal governo - al 43,8% nel 2012 fino a toccare il record del 43,9% nel 2013.
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