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martedì 22 novembre 2011

Frane ed instabilità idrogeologica

Contessa Entellina è a rischio idrogeologico ?
Il Presidente Napolitano nella giornata di ieri, intrattenendo alcuni studenti, si è soffermato sul comportamento sconsiderato dei politicanti sui problemi che riguardano l'AMBIENTE.
La terra si sposta a valle e porta con se l'arredo infrastrutturale
(sullo sfondo Rocca Entella)
In Campania, una regione a forte rischio idrogeologico e nei decenni passati ne abbiamo conosciuti i vari disastri, manca il “Piano di Protezione civile”, nell’ambito del quale successivamente va elaborato il “Piano di emergenza” per le zone a rischio R4 delle Autorità di bacino.
Si parla di aree “a rischio molto elevato di frane e/o alluvioni”, tali da mettere a repentaglio l’incolumità delle persone.
Se la Campania è molto indietro nella redazione, la Sicilia non è da meno. E’ Legambiente ha ricordarlo a chi deve occuparsene ma finora si è girato dall’altro lato: la Regione..
In Campania almeno il 90% dei Comuni non ha alcun Piano di emergenza. Nel resto d’Italia la situazione non cambia gran chè.
In Sicilia le aree più soggette al rischio risultano impreparate,  stando a quanto è dato leggere sul dossier Ecosistema Rischio 2011 Sicilia.

In località Biveri l'Amministrazione Comunale attende che oltre alla strada
vada giù qualcosa di più eclatante.
E' da due anni che esiste questo rischio affrontato finora con palliativi
Secondo l’indagine campionaria nell’Isola posseggono un Piano di emergenza il 74% delle realtà locali. Ad aggravare il problema c’è la questione dell’aggiornamento del piano negli ultimi due anni, azione compiuta solo dal 56% delle amministrazioni campione dell’indagine.
Risultato questo estremamente preoccupante se si pensa che disporre di piani vecchi costituisce un grave limite in caso di necessità.

Nel 53% dei comuni intervistati – si legge nel dossier - è attiva una struttura di protezione civile operativa in modalità h24. Da rilevare anche che nel 56% dei comuni campione è stato recepito il sistema di allertamento regionale e che nel 37% dei casi sono presenti anche a livello territoriale sistemi di monitoraggio finalizzati all’allerta della popolazione in caso di pericolo.
Manca in buona sostanza l’informazione e la sensibilizzazione per essere preparati al peggio.
Solamente il 30% dei comuni realizza attività di informazione rivolte ai cittadini ed 16% dei comuni organizza esercitazioni-simulazioni.
Eppure in Sicilia il numero medio di cittadini che vivono e lavorano quotidianamente in aree esposte a rischio idrogeologico è notevole. Sarebbero 130.000 i cittadini siciliani che risiedono in zone esposte a rischio idrogeologico.
La mitigazione del rischio, secondo Legambiente, in Sicilia è deludente al punto di interessare solamente il 16% del potenziale rischio idrogeologico.

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