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domenica 6 novembre 2011

Il dissesto idrogeologico in Italia è opera degli uomini stupidi che si sentono furbi: hanno sempre confidato nei condoni

Quanto accade in queste ore in Liguria, Toscana e Piemonte con gli allagamenti e le frane non è opera della Natura cattiva ma responsabilità dell’uomo stupido che pensa invece di essere furbo. L’abusivismo, il costruire nelle zone inidonee, il costruire nei corsi d’acqua fidando, prima o dopo, che arrivi il condono è opera di gente priva di buon senso.
Ma riflettiamo un poco sulla nostra realtà idrogeologica, quella di Contessa Entellina.
Ci auguriamo ovviamente che tutto sia in regola e che non sussistano motivi di preoccupazione. Nulla però impedisce, anzi sarebbe estremamente utile, di leggere, fare leggere a chi possiede le competenze, lo stato dell’assetto idrogeologico su cui insiste e si è sviluppato l’abitato.
L’acqua che in questi giorni inquieta le regioni del Nord della penisola da noi non dovrebbe essere motivo di preoccupazione; da Brignat in giù tutto fluisce con facilità e senza apparenti impedimenti. Ricordo tuttavia dalla mia esperienza di consigliere comunale che per tanto tempo si è discusso nelle occasioni dei libri dei sogni che prendevano il nome di "Piano Triennale OO.pp", senza che mai si sia approdato a realizzazioni di fatto, di una significativa opera pubblica –a modo di grondaia a riparo dell’abitato- che avrebbe dovuto svilupparsi da Giarruso a Santa Rosalia a monte della Via Marsala. Non possiedo le competenze tecniche per giudicare la bontà o meno di quell'iniziativa; però ricordo che fu allungo oggetto di discussioni e di ipotesi.
Più preoccupante, se è concessa l’espressione, è da noi il “rischio frane” che,  Agrigento insegna quanto sia insidioso, circonda l’abitato; basta dare uno sguardo in direzione di Cascia e rilevare come la natura mostri di essere in mobilità. Dovrebbero, su questo versante, rassicurarci le relativamente recenti opere eseguite a protezione della zona di trasferimento dell’abitato, quelle opere di imbrigliamento eseguite nell’antica contrada Giacchino. Si tratta di opere eseguite da poco ma che erano inserite fra le precauzioni da adottare sin da quando fu deciso, negli anni settanta, di urbanizzare la contrada Fuisa. Il finanziamento di questa iniziativa fu fra le ultime portate avanti dal concittadino Francesco Di Martino.
Possiamo starcene tranquilli ? E’ stato tutto condotto a regola d’arte ? Auguriamoci di si.
Certo, se il Sindaco pigliasse precauzioni e facesse condurre accertamenti appropriati staremmo ancora più tranquilli.
La prudenza non è mai troppa.

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