StatCounter

giovedì 3 novembre 2011

Più aumenta il differenziale e più interessi paghiamo sul debito pubblico

1) Fra le conseguenze dello 'spread' alto, cioè quando questo indicatore supera i 4,50/5,00 punti, c'è l'impossibilità per un paese di poter recuperare la buona salute; la malattia diventa irreversibile -cronica- ed il tenore di vita dei cittadini di quel paese -inevitabilmente- è destinato a tornare ai livelli di 10 o 20 anni prima.
Questo è quanto evidenzia l'esperienza finora vissuta da Grecia, Portogallo ed Irlanda. Paesi questi che -indebitandosi a più non posso- avevano scoperto l'America. Basta leggere i giornali di tre anni fà che scrivevano di un tenore di vita dei greci superiore -mediamente- a quello degli italiani.
Oggi per loro, per questi paesi, è arrivata la "resa dei conti". Il mondo della finanza non è disposto a concedere ulteriormente credito a loro. La Grecia -come mostra il prospetto qui sotto- per ogni euro ottenuto in prestito (sempre che esista chi sia disposto a concederlo)  dovrebbe pagare adesso più del 25% di interessi annui.
2) L'Italia è in questi giorni cruciali vicina al "punto di non ritorno". Servirebbe un governo che sapesse e volesse applicare la cura necessaria a non farci contagiare la malattia che sta rovinando il precedente benessere di Grecia, Portogallo ed Irlanda.
Gli analisti calcolano che da agosto ad oggi, di soli interessi, lo Stato italiano dovrà sborsare 6-7 miliardi di euro in più, rispetto agli 80 miliardi annui di "interessi passivi" finora pagati a fronte di quel debito pubblico che minaccia di soffocarci.
Si tenga presente che l'intero sistema scolastico-formativo italiano costa 60 miliardi di euro; ciò significa che gran parte delle nostre tasse finiscono nel pagamento degli interessi piuttosto che per assicurare migliori prospettive di vita ai nostri giovani.
Berlusconi non è l'uomo giusto per questa fase storica
Lo dimostra la mancanza di volontà (e possibilità) ad avviare la cura di cui il paese ha bisogno.
I nostri anziani dicevano che "u medicu pietusu lassa moriri u malatu". La verità però è che Berlusconi non applica l'amara cura per più ragioni:
1-pensa che nel 2012 o al più tardi nel 2013 ci saranno le elezioni  e applicando l'amara cura rischia di perdere il potere;
2- è consapevole che una delle medicine indispensabili da somministrare al paese per ridurre il "debito pubblico" e neutralizzare le conseguenze è l'imposta patrimoniale che andrebbe a colpire la ricchezza dei detentori; ed  egli è l'uomo più ricco d'Italia e .....
In conclusione egli non ama l'Italia, ama il potere e le sue ricchezze. 

Nessun commento:

Posta un commento