Ai nostri giorni si sente dire che viviamo nella “società del benessere” e poi leggiamo ed apprendiamo che l’assetto organizzativo dello Stato è ingolfato da molteplici leggi e contestualmente da personale inefficiente e talvolta corrotto. Leggiamo che nelle condizioni di massima burocratizzazione lo Stato (la Pubblica Amministrazione) incide, entra in ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini ed assorbe più o meno la metà della ricchezza (pil) prodotta in un anno. Ovviamente in una situazione all’italiana nessun impegno, o comunque la stragrande maggioranza degli impegni sanciti nelle leggi al servizio dei cittadini, viene mantenuto nei tempi e nella misura fissate sulle leggi.
Esiste una macroscopica sproporzione tra le promesse sancite dalla Gazzetta Ufficiale e la base effettiva economica del paese, gravata all’inverosimile dal debito pubblico e dall’apparato burocratico frequentemente (non tutto) da incompetenza. Ignoranza e malgoverno, capita leggere su un libro di Economia, sono parenti stretti, che poi prosegue, eppure la prima sorpassa di parecchie leghe il secondo. Il debito pubblico italiano è stimato al 139,1% di PIL nel 2024, in aumento di 1,8 punti rispetto al 2023. In pratica tutta la ricchezza prodotta dai 50 milioni di italiani in un anno di lavoro non è sufficiente ad abbattere la montagna del debito pubblico.
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Nel 2025 contiamo di soffermarci più frequentemente, nelle pagine quindicinali/mensili, su commenti, illustrazioni e riflessioni di Politica, Economia, Sociologia e Diritto.
Diritto, Scienza Economica ed Economia Politica sono tutte scienze sociali che studiano il comportamento degli uomini (compresi ovviamente i politici) nelle relazioni con altri, più precisamente il Diritto si occupa delle regole che disciplinano i rapporti tra le persone, l'Economia Politica studia l'attività che gli uomini compiono per procurarsi i beni necessari a soddisfare i bisogni collettivi e non. bisogni.
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