Scrive Antonio Polito: «L’ignoranza è ormai anche uno “status”, che si esibisce in tv, inorgoglisce i tanti leoni da tastiera nella giungla del web, alimenta gli odiatori nel dibattito pubblico e i demagoghi in quello politico». L'ignoranza «viene persino esaltata da un certa polemica contro gli intellettuali e contro le élite, da sempre parte integrante della storia della nazione».
Aggiunge Alessandro Trocino: “ Un italiano su tre non conosce l’anno dell’Unità d’Italia e l'anno di nascita della Costituzione. Uno su tre non sa dire chi era Giuseppe Mazzini. Uno su due non sa quando è scoppiata la Rivoluzione francese”.
Il rapporto Censis fa cadere le braccia, ma è tutto da leggere per capire a che punto siamo e dove potremmo andare a finire. L'analfabetismo funzionale (quello reale è stato debellato) avanza. L'infodemia, l'invasione di informazioni dai social, confonde le idee, invece di chiarirle. L'ignoranza diffusa è una realtà, in crescita. Ma non c'è solo questo.
Dice il CENSIS:
Ceto medio in crisi, il Paese «galleggia»
La «Sindrome italiana» e’ quella modalità tutta nostra di far fronte alle difficoltà piegandoci, appunto, come fa il giunco aspettando che passi la piena del fiume.
Una modalità tipica del ceto medio in grado di «galleggiare», nonostante tutto. Nonostante due guerre, una alle porte dell’Ue che già fa i conti con una strisciante crisi politica, nonostante un tasso di occupazione tra i più bassi in Europa, una sanità che diventa sempre più privata, il Pil con una previsione che si ferma a 0,5 punti, i redditi che sono inferiori del 7% rispetto a vent’anni fa. Ma non dobbiamo sottovalutare le risorse delle nuove generazioni.
…
…uno studente su due delle superiori, il 43,5%, non raggiunge il traguardo di apprendimento in italiano e il 47,5% in matematica. Non va meglio alle medie: qui il 40% non raggiunge il traguardo in italiano, il 44% in matematica.
Ma non è tutto. Un italiano su tre non conosce l’anno dell’Unità d’Italia e nemmeno quello della nascita della Costituzione. Uno su tre non sa dire chi era Giuseppe Mazzini e uno su due non sa quando è scoppiata la Rivoluzione francese. Eppure l’analfabetismo nel nostro Paese è stato praticamente debellato (sono rimaste solo 260 mila persone), mentre i laureati sono cresciuti dell’8,4%.
Si ha paura di quello che non c’è: più di un italiano su tre si sente minacciato dai migranti, mentre i migranti diventano sempre più italiani, siamo al primo posto in Europa per le cittadinanze concesse (oltre 200 mila nel 2023). La dispercezione vale anche per la sicurezza. Gli episodi di criminalità diminuiscono, ma gli italiani si sentono sempre più minacciati e insicuri. Un esempio: in dieci anni i furti nelle abitazioni sono diminuiti del 41,3%. Eppure proprio in casa si ha paura, inquietante il numero delle armi da fuoco possedute: 1,7 milioni di persone ne detiene regolarmente una. Che vuol dire che 3,7 milioni di familiari ne hanno una a disposizione in casa.
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