Nel mezzo del cammin…
La principale opera di Dante, la Divina Commedia e’ ritenuta un “poema sacro”. Alla base c’è la vicenda spirituale di un poeta che riepiloga in sé l’esperienza umana e ne narra il suo smarrimento ed il successivo cammino attraversato per ritrovare la verità. Viene riportato il senso interiore, proprio di quel Medio Evo, e si scoprono nell’opera le variazioni e i passaggi di stato d’animo ed ancora degli ambienti umani.
Gli studiosi inquadrano la descrizione dantesca dal venerdì santo del 1300, verosimilmente il 25 di marzo, quando i credenti acquistano l’indulgenza giubilare e che Dante auspica per sé col suo viaggio letterario. La settimana santa dei credenti ricorda e rivive infatti liturgicamente la redenzione. Dante, con la sua opera, non fa altro che distaccarsi dal peccato e dalla cattiveria umana ed attivarsi in direzione della Vita nuova. In questo processo avviato, egli dalla descrizione fisica dello scenario terreno arriva alla visione spirituale dell’allegoria dell’anima. Il lettore viene sollecitato a contemplare una realtà, nient’affatto penetrabile facilmente, prima che arrivi per chiunque la morte; egli passa dagli accenni della vita temporale a quelli eterni.
Nel mezzo del cammino. Considerando la vita umana ed il corso comune del vivere in settant’anni, Dante, nato nel 1265, nel 1300, trentacinquenne, ritiene di essere a metà del cammino della vita e della maturità del sapere. Immagina di compiere un viaggio nell’oltretomba - compiuto però da vivo, in carne ed ossa- che gli servirà per un riesame della propria vita.
(Segue)
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