Il Bilancio 2025 è stato approvato in via definitiva dal Senato con 108 sì, 63 no e 1 astenuto. Che sia il provvedimento che più strati sociali della società italiana si attendevano non si può sicuramente dire.
Quello che più farà male ai contribuenti italiani è che nel 2025 la promessa riduzione delle tasse non ci sarà. Anzi!
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Le 776,1 miliardi, mentre quelle in conto capitale si attestano a 139,5 miliardi. Le spese finali di competenza nel 2025 ammontano pertanto a circa 915,6 miliardi. |
2) L’Ires (l’imposta sulle società) raggiungerà soltanto 18 mila imprese.
3) Le aspettative di uno sgravio sui redditi del ceto medio (tra i 28 e i 50/60 mila euro) erano legate all’esito del concordato fiscale per gli autonomi, che si è però rivelato un grande flop. Infatti:
== il gettito del patto fiscale con le partite Iva è stato solo di 1,6 miliardi di euro, quando per la riduzione di due punti dell’aliquota intermedia del 35% ce ne sarebbero voluti almeno il doppio.
== Il ceto medio dovrà dunque ancora attendere. Quelli che ricaveranno qualche vantaggio, invece, sono alcuni contribuenti con redditi da lavoro dipendente (sotto i 40 mila di reddito annuo) e qualche pensionato che potrà accedere alla flat tax (per gli aumenti delle minime si parla di poco meno di due euro netti al mese,
4) Si sono trovate le risorse per il Ponte sullo Stretto: altri 1,4 miliardi di euro fino al 2032!).
5) I più ricchi vedranno aumentare le tasse (o diminuire le detrazioni che abbattono il peso delle imposte).
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