Il tema della 23esima edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli è la sostenibilità di queste architetture e il loro paesaggio, declinate a partire dall’accessibilità. Quest’anno sono stati aperti ulteriori 62 siti, alcuni dei quali mai accessibili prima e ancor meno valorizzati.
I castelli in linea di massima -in Sicilia- sono tutti di proprietà pubblica e risalgono all’età Normanna. Secondo gli studiosi costituiscono quasi tutti un ampliamento di una precedente fortificazione, del' IX-X sec. d.C., ossia del periodo bizantino.
Molti si trovano allo stato di ruderi (e' il caso di Castello Calatamauro) e tuttavia anche questi sono tornati al centro degli interessi delle comunità locali e dei privati cittadini che ne promuovono la tutela e la valorizzazione.
Tantissimi, ruderi o meno, in tempi piuttosto recenti sono stati, con decreto di vincolo, avviati a più o meno importanti lavori di consolidamento, finalizzati all'accessibilità in sicurezza e alla auspicata valorizzazione dei siti.
Ad occuparsi della valorizzazione sono associazione, che dedicano impegno sia sul fronte di veri e propri interventi volontari di pulitura e manutenzione del sito, sia su quello della valorizzazione attraverso la partecipazione ai diversi bandi specifici per il settore.
Lo stesso PNRR prevede possibilità di messa in sicurezza e interventi di consolidamento dei siti.
Soffermandoci brevemente, in questo periodo dedicato alla 23° giornata Nazionale dei Castelli, su Calatamauro ci piace ricordare che esso è stato un antico Castrum bizantino del Medioevo ed è divenuto un importante centro feudale sin dal XIII sec. sotto varie signorie.
Tra i passaggi più significativi (che abbiamo ricordato in altre pagine del blog) ricordiamo: dal XIV secolo il castello fu dei Peralta, dei Cardona, dei Gioeni e per breve periodo dei Colonna e quindi di una gestione che, oggi, definiremmo commissariale.
Dopo il sovvertimento della feudalità, il castello e l'area della contrada prossima fu acquistata da privati.
La parte pubblica -ai nostri giorni- visitabile del castello è affidata all'Associazione "Vivere Slow".
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