dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)
73. Il dono dello Spirito
Se la creatura porta un giudizio libero di salvezza sulla propria esistenza, ciò è frutto del dono dello Spirito Santo. La vita cristiana perciò, da una parte sarà caratterizzata dall'assimilazione senza fine di quel dono, attraverso e oltre i limiti e le debolezze di ciascuno (cfr. Mt 5,16) che l'amore è possibile, è reale, è l'unica realtà che dia senso a tutta l'esistenza e ne garantisca il permanere, oltre i limiti mortali dello spazio e del tempo nell'eternità del Regno.
74. Una comunità che testimonia e attende
La comunità cristiana sa di essere inviata a portare il buon annuncio della liberazione (cfr. Mt 29, 19-20; Is 61, 1-2) ad ogni creatura (Mc 16, 15; Rm 8,19). I cristiani sanno per esperienza vissuta che questa liberazione è possibile ed è l'oggetto della speranza che non delude (Rm 5,5). Nella sicurezza di questa speranza, la Sposa-Chiesa invoca, oggi e qui, il ritorno definitivo dello Sposo-Cristo, che ha promesso "Sì, vengo presto" (Ap 22,20): "Maranà, tha!" (1 Cor 16,22).
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Una visione della Trinità
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La pensava così ...
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"Da un punto di vista umano, possiamo dire che lo Spirito equivale al Dio interiore, al soffio stesso della nostra vita. Ciò che determina la mia diversità e la mia unità. E' il Dio che sale dalla profondità dell'essere e del mio essere. Cristo è la rivelazione di Dio con un volto umano e sul volto di ogni uomo. Il Padre è la fonte inesauribile e insondabile della divinità. Eppure questa è solo una visione della Trinità fra molte altre".
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