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lunedì 10 ottobre 2022

Diga Vajont. 59 anni fa il disastro

 59 anni fa, nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 1963, 270 milioni di metri cubi di roccia del monte Toc precipitarono dentro il bacino artificiale della diga realizzata sul torrente Vajont e, conseguentemente, 50 milioni di metri cubi di acqua e fango tracimarono dal coronamento della diga distruggendo otto centri abitati ubicati a valle della stessa.

 La diga ad arco a doppia curvatura era, all'epoca, la diga in calcestruzzo più alta del mondo e, malgrado la tremenda sollecitazione, rimase perfettamente indenne. Questa diga faceva parte di un impianto idroelettrico realizzato dalla S.A.D.E., società della Montedison ed erano in corso le trattative per la vendita al neonato "ENEL". 

 Da alcuni mesi si erano sentiti preoccupanti boati e si erano verificati degli smottamenti del Monte Toc. Una giornalista era stata denunciata dalla SADE per "turbativa dell'ordine pubblico" e i sindaci e gli abitanti della zona erano stati messi a tacere per i loro allarmanti appelli alle "Autorità". Queste intimidazioni si intensificarono in prossimità della chiusura delle trattative di vendita all'ENEL. 

 Insigni docenti della Università italiane e straniere si scontrarono, sul lato teorico, sulla probabilità di un evento franoso di notevole entità del monte Toc, che in dialetto friulano significa "rotto", "marcio". 

Nella notte 9-10 ottobre accadde l'irreparabile che causò quasi 2.000 vittime (1918 certe). Dopo varie vicende giudiziarie, la catastrofe del Vajont fu assimilata ad un "evento naturale imprevedibile" e non pagò nessuno!!!!!

Ing. Luigi Cannella

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