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mercoledì 19 ottobre 2022

La strada della democrazia. E' importante che tutto avvenga in trasparenza

 La trasparenza in politica è un obbligo o una discrezionalità?

Il profitto non può derivare dagli abusi del potere pubblico,  dalla

violazione dell'etica, della morale e delle leggi.

Mario Caciagli (politologo), probabilmente con occhio prevalentemente posato sulla terra di Sicilia, ha -fra molte articolate analisi- scritto che "Il clientelismo e la criminalità" sono modi di essere (...) mentre la corruzione è un mezzo, un modo di agire".

Secondo questo studioso la corruzione dei politici, e dei suoi sodali, è cosa diversa dal clientelismo che, lo vediamo in Sicilia soprattutto, è un interscambio di favori fra chi ricopre un incarico di potere pubblico e i suoi subalterni, che per chi ama la Storia ricorda i rapporti e i modi di vita di vassallaggio medievale. 

Se la criminalità organizzata, differisce dalle tangenti (che mirano a conseguire volontà e favori da chi gestisce la cosa pubblica), questa a sua volta differisce dallo scandalo pubblico.

Il clientelismo, secondo lo studioso da noi apprezzato, discende da un vertice di potere verso il basso delle strutture organizzate in "partiti politici" e "organizzazioni" collaterali e generalmente comporta uno "scambio politico" fra il conseguimento dei voti espressi nel segreto dell'urna in cambio di determinazioni che restano a carico della "Pubblica Amministrazione". Non ci vuole molto quindi per passare dal "clientelismo", fenomeno tipico fin troppo nel Meridione Italia, al reato di "corruzione" se la decisione politica implica  direttamente o indirettamente l'utilizzo di denaro pubblico per fini ed interessi privati, o comunque di parte.

Ricalcando il pensiero del prof. Caciagli, perché si passi dal "clientelismo" al reato di "corruzione" deve però sussistere "segretezza" dell'illecito, "violazione" di norme poste a salvaguardia di interessi generali e lo "scambio di favori", indipendentemente che rientrino sul terreno amministrativo o politico, in cambio di denaro.

Per il prof. Caciagli il sistema della "corruzione" è estesamente presente nella vita pubblica italiana: "Essendo un modo di agire, è il mezzo e non la sostanza di una cultura politica". Quasi quasi si può pensare che "gli atti amministrativi" illeciti, così come la "criminalitrà" organizzata, possono entrambi alimentare le "pratiche clientelari". Ed entrambi violano l'ordinamento giuridico. 

Alla luce della permeabilità di talune pubbliche amministrazioni come non pensare alle tante pagine che i giornali dedicano alla camorra e/o alla mafia che trovano purtroppo adentellati all'interno degli apparati pubblici?

Per esserci "corruzione" devono esserci coinvolti, in una delle parti, soggetti che ricoprono cariche pubbliche. Soggetti, costoro, che l'Ordinamento giuridico "vuole" sempre che siano, invece tutori della cosa pubblica.

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