Pare che milioni di esseri umani, nel corso della Storia e soprattutto in tempi non lontani da noi, persino uomini (e donne) del secolo trascorso (il Novecento), sono morte a causa di pestilenze e malattie infettive.
Tra il 1348 ed il 1351 un terzo della popolazione europea venne sterminata. |
Storicamente, lo leggiamo su tanti testi che risalgono al Medio Evo, erano i centri urbani su cui insistevano grandi flussi continui di mercanti, pellegrini (ossia figure umane portatori di civilizzazione) i luoghi ideali per gli agenti patogeni.
Sembrerebbe -ancora- che tutti gli uomini dell'antichità che abitassero nella storica Atene o nella Firenze dei Medici erano perfettamente consapevoli di potersi ammalare e morire nel giro due/tre giorni a causa delle non infrequenti epidemie. Si poteva morire, insieme alla propria famiglia, all'improvviso, per l'esplodere, in un solo colpo, di una epidemia.
Nei libri scolastici ci è sempre -o quasi- stata ricordata la cosiddetta Morte Nera (temporalmente datata attorno al 1330) che originata in un'area dell'Asia centrale, con i morsi delle pulci, fu in condizione di infettare l'intera Europa. Qui attraverso pulci e topi -portatori- nell'arco di un ventennio pare che siano morti fra 75 e 200 milioni di persone, fra Asia, Europa ed Africa.
Allora le Autorità erano completamente impreparate a fronteggiare simili calamità. Si pensava fosse buona e meritoria opera cristiana, almeno in Europa, di organizzare preghiere e processioni religiose; che ovviamente diffondevano i contagi, piuttosto che rallentarli. Anche in epoca più moderna, ancora in assenza di ricerca scientifica, veniva accusata l'aria malsana, i demoni malvagi, e magari la divinità irata per la scarsa fede dei credenti.
E la "morte nera" non fu né l'ultima né la più devastante delle pestilenze.
Ne tratteremo ancora.
Nessun commento:
Posta un commento