GAZZETTA DEL SUD
Michele Cimino
I Comuni siciliani al verde.
In molti, a causa dei mancati trasferimenti della Regione, rischiano di non
poter pagare gli stipendi ai dipendenti. Nell'anno appena trascorso sarebbero
dovuti pervenire loro 650 milioni di euro, ne sono arrivati poco più di 135.
Per cui, per pagare gli stipendi dei dipendenti e per garantire servizi
essenziali, hanno dovuto indebitarsi con le banche. «Il che - ha rilevato il
vice presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta - si è tradotto in quasi 50
milioni di interessi passivi di scopertura: praticamente prendiamo tributi dei
cittadini e li paghiamo alle banche». E ha precisato che dei 340 milioni di
anticipazione della quota corrente sono arrivati solo 55 milioni, non sono
stati trasferiti i 115 milioni di quota capitale, destinati agli investimenti,
mentre dei 200 milioni per gli stipendi dei precari degli enti locali, i comuni
hanno ricevuto solo 80 milioni. Mercoledì i vertici di Anci Sicilia
incontreranno l'assessore all'Economia Alessandro Baccei per illustrargli la
gravissima situazione che si è determinata. «Non sono più pagate - ha spiegato
Amenta - le cooperative del terzo settore che si occupano di servizi sociali,
ci sono serie difficoltà per i rifiuti e, ormai, anche gli stipendi sono
diventati un problema. Lo avevamo detto che sarebbe successo. E purtroppo così
è stato».
Per il presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando, responsabile del
disastro è la Regione e sostiene da qualche tempo la Sicilia è «in stato di
calamità istituzionale». A suo giudizio, infatti, si è creato «un sistema
criminogeno, che spinge gli amministratori locali a muoversi sul filo del
rasoio. Qui - ha aggiunto - si comincia ad avere difficoltà a trovare un
candidato sindaco nei comuni». «A Palermo - ha ricordato abbiamo messo i conti
in sicurezza, ma ci sono molti comuni che sono a rischio di chiusura». Come se
non bastasse, non solo la Regione non ha trasferito ai Comuni all'incirca 500
milioni della somma stanziata in Finanziaria, ma con la nuova Finanziaria il
governo regionale prevede di azzerare lo stanziamento in quota capitale, cioè i
fondi per gli investimenti. D'altronde, se i mancati trasferimenti rendono
quasi impossibile garantire la spesa corrente, è impensabile ritenere che dalla
Regione possano arrivare fondi per la spesa capitale. «Fino al 2009 - ha
ricordato Leoluca Orlando - i trasferimenti per spesa corrente superavano i 900
milioni, l'anno scorso erano 340 milioni e ce ne hanno dati solo 55». E non va
meglio per le ex Province. «Per loro, ha sottolineato Amenta - ci sono solo 19
milioni di trasferimenti. Mi chiedo ha aggiunto, dopo aver ricordato che ben
256 comuni, praticamente i due terzi, non hanno potuto approvare nel 2015 i
bilanci preventivi - come questi comuni falliti possano diventare soci di un
consorzio già fallito in partenza. Altro che Grecia...» «Le nove province - ha
commentato Orlando - sono tutte teoricamente in dissesto. Finirà che i Comuni
non vorranno entrare nei consorzi per non aggiungere nuovi guai a quelli che
già hanno».
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