Il Concilio Ecumenico Niceno II così descrive e definisce il culto
dell’icona:
“Noi deliberiamo, con ogni cura e diligenza, che –come la
preziosa e vivificante Croce- le venerande e sante immagini –in pittura, in
mosaico o in qualsiasi altra materia- vengano esposte nelle sante chiese di
Dio, sulle sacre suppellettili, sulle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle strade, si tratti dell’immagine del Signore Dio Salvatore nostro
Gesù Cristo, o della Santa Madre di Dio, o degli angeli degni di onore, o di
tutti i santi e pii uomini.
Infatti, quanto più esse vengono viste nelle immagini, tanto più coloro
che le guardano sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse
rappresentano e tributare loro rispetto e venerazione. Non si tratta certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di adorazione,
che è riservato solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si
rende all’immagine della preziosa e vivificante croce, ai santi vangeli e agli
altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di incenso e di lumi, come era
uso presso gli antichi. L’onore reso all’immagine, infatti, passa a colui che
essa rappresenta e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi in essa è
riprodotto”.
Nessun commento:
Posta un commento