GIORNALE DI SICILIA
I sindaci
torneranno, nei prossimi mesi, a incontrare il Ministro delle infrastruitture,
perché il rischio è quello che la ricostruzione rimanga un'incompiuta.
Max
Firreri PARTANNA
··· Sono gli sgoccioli, le ultime somme, che chiudono una
partita iniziata nel 2013. I paesi della Valle del Belice respirano ora una
boccata di ossigeno nella lunga e affannosa questione legata alla ricostruzione
post-terremoto '68 nel Belice.
Sono stati firmati ed emessi i mandati di
pagamenti relativi alla somma residua del finanziamento ottenuto con la legge
dello Stato 228/2012. Si tratta di 28 milioni di euro che erano rimasti
vincolati presso la Regione Siciliana per lo sforamento del Patto di stabilità
nel 2015. La somma originariamente stanziata è stata di 45 milioni di euro sia
per le opere pubbliche che l'edilizia privata.
Lo Stato - tramite il Ministero
delle infrastrutture - erogò nel 2013 la somma di dieci milioni di euro. Dei 35
milioni residui trasferiti alla Regione, 8 milioni vennero erogati dagli uffici
regionali, gli altri sono rimasti bloccati. Ora lo svincolo e le somme che stanno per arrivare nelle casse dei 21 comuni. «Abbiamo motivo di ritenerci soddisfatti
del lavoro fin qui svolto che, nonostante il lungo lasso di tempo intercorso,
oggi vede concludersi una vicenda sulla quale siamo stati incalzanti, trovando
e suggerendo alle istituzioni, le soluzioni tecnico giuridiche che hanno
portato alla soluzione finale» spiega Nicola Catania, sindaco di Partanna e
coordinatore dei comuni del Belice.
Ma la questione della ricostruzione rimane
un capitolo aperto. Perché l'arrivo di queste ulteriori somme non chiude la
partita aperta qualche anno dopo il terremoto. Mancano ancora ulteriori somme
per completare la ricostruzione, sia per quanto riguarda le opere pubbliche che
l'edilizia privata.
Ma, di contraltare a una questione non chiusa, c'è oggi la
necessità dei comuni di assicurare la manutenzione di opere pubbliche costruite
coi soldi della ricostruzione. Ma mancano i fondi e gli enti si trovano in
difficoltà. La partita della ricostruzione non è, dunque, chiusa. «Il lavoro
del coordinamento - dice ancora Catania - non si è fermato al semplice sblocco del
finanziamento, ma è in atto una forte ed intensa interlocuzione con le
istituzioni tutte per evitare di far cancellare dall'agenda dello Stato e della
Regione la questione ricostruzione legata al nostro territorio».
I sindaci
torneranno, nei prossimi mesi, a incontrare il Ministro delle infrastrutture,
perché il rischio è quello che la ricostruzione rimanga un'incompiuta.
«L'attività - dice ancora Catania - riguarda solo il soddisfacimento dei
diritti acquisiti, ma anche a creare gli strumenti necessari per rientrare a
pieno titolo fra quei territori che si candidano prioritariamente all'utilizzo
produttivo dei fondi strutturali 2014-2020».
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