L’inno
pasquale della Resurrezione, riportato in un codice della Biblioteca
Ambrosiana, è considerato, assieme alla formula battesimale (1462)
dell’arcivescovo di Durazzo Pal Engjëll, il testo scritto più antico
della lingua albanese, come si può dedurre dalle note e dalle considerazioni,
di seguito riportate ed espresse al riguardo da alcuni studiosi.
Il testo albanese è inserito in un codice greco come
precisato nella
relazione di padre Marco Petta, jeromonaco della Badia Greca di Grottaferrata, “Opere
edite ed inedite di padre Sofronio Gassisi”: “A padre Sofronio Gassisi
deve attribuirsi il merito di aver segnalato il più antico testo albanese che
fino ad oggi si conosca, inserita nella pericope evangelica del Venerdì Santo
(Matteo XXVII. 62 sgg.) tramandata dal cod. Ambrosiano gr. 133, secolo XIV
(A. Martini D. Bassi, Catalogus Codicum Graecorum Bibliotecae Ambrosianae. T.
I, pag. 147.).
Fu
in questa felice circostanza che padre Sofronio si mise in corrispondenza con
l’allora prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons. Achille Ratti (poi papa
PIO XI), il quale oltre ad informarlo più precisamente dei dati bibliografici
gli inviò una riproduzione fotografica della pagina indicata”.
Mons.
Enrico Galbiati,
prefetto della Biblioteca Ambrosiana, in un suo appunto manoscritto, precisa
che nel foglio 63 recto e verso è riportato l’inno della
Resurrezione prima in greco (Cristòs
anèsti….) e dopo in albanese (Cristi
u gjall…..) ed allega la fotocopia del testo del foglio medesimo.
Mons.
Eleuterio Fortino
nel foglio “Besa – Fede” (aprile 1990) scrive che nel retro del foglio 63 è
riportato l’inno liturgico della Resurrezione in greco, la melodia e la
traduzione nel dialetto tosco. Riporta quindi alcune informazioni sulla
datazione del testo, la traduzione e la pubblicazione, tenendo presente quanto
scritto da alcuni studiosi e storici in Grecia (Spyridon Lambros nel 1906), in
Italia (padre Nilo Borgia nel 1930 e prof. Giuseppe Schirò nel 1959), in
Francia (Mario Roques), in Albania (Accademia delle Scienze).
Tutti gli studiosi comunque sono concordi nel riconoscere che i
due testi citati sono i documenti più antichi scritti albanesi: la
formula battesimale in lettere latine e nel dialetto ghego (Nord dell’Albania),
l’inno della Resurrezione in lettere greche nel dialetto tosco (Sud
dell’Albania).
Nota
– Possono risultare utili brevissime notizie su alcuni studiosi sopra citati:
- Padre Sofronio Gassisi (1873-1923), nato a Contessa Entellina, Jeromonaco
della Badia Greca di Grottaferrata, studioso di liturgia e paleografia, direttore del periodico “Roma e l’Oriente”,
considerato un anticipatore dell’ecumenismo.
- Padre Nilo Borgia (1870 -
1942), nato a Piana degli Albanesi, jeromonaco della Badia Greca di
Grottaferrata, nato
a Piana degli Albanesi, entrò nella Badia Greca di Grottaferrata nel 1883 e
abbracciò la vita monastica distinguendosi per santità e dottrina. Sotto la sua
guida come direttore spirituale, le due sorelle Agnese ed Elena Raparelli
maturarono la loro vocazione religiosa, che determinò la fondazione della
Congregazione delle Suore Basiliane "Figlie di S. Macrina",
Istituzione di suore di rito bizantino col compito di operare nelle comunità
italo-albanesi e nel vicino Oriente.
- Prof. Giuseppe Schirò
(1905-1984), nato a Contessa Entellina, studioso di cultura bizantina e
arbëreshe, docente e direttore dell’Istituto di studi bizantini dell’Università
La Sapienza di Roma.
- Mons. Enrico Galbiati, (1914 - 2004), sacerdote della Chiesa
ambrosiana ("sacerdote più umile e più colto della diocesi"),
Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, libero docente di filologia biblica
all'Università Cattolica di Milano, docente nei seminari dell'archidiocesi di
Milano, assistente ecclesiastico degli Italo-Albanesi residenti in Lombardia
(nel 1967 dal vescovo mons. Giuseppe Perniciaro nominato canonico dell'Eparchia
di Piana degli Albanesi col titolo di Archimandrita).
- Mons. Eleuterio Fortino
(1938 - 2010), arbëresh nato a S. Benedetto Ullano (CS), sottosegretario del Pontificio
Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, uno dei più attivi
protagonisti dell’ecumenismo (numerose le sue pubblicazioni di catechesi
orientale e liturgia), assistente ecclesiastico e
riferimento degli Italo-Albanesi residenti a Roma.
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