L'APPELLO. L'Ance: «Tagli del 25%, impossibile
approvare i bilanci e pagare gli stipendi»
Meno soldi ai Comuni, i sindaci:
così rischiamo il default ···
«I tagli ai
trasferimenti non possono che provocare il default dei Comuni che non
riusciranno ad approvare i bilanci entro il 30 aprile»: nel giorno in cui l'Ars
ha iniziato a votare la manovra economica, i sindaci sono arrivati in
commissione Bilancio per mettere sul tappeto l'emergenza.
L'Anci, presieduta
da Leoluca Orlando, ha illustrato le principali conseguenze di tagli ai
finanziamenti che si aggirano sul 25% rispetto all'anno scorso: «Ammesso che ci
sia qualche Comune che riesca a potare in pareggio il bilancio, dovrà comunque
tagliare i servizi alla cittadinanza». In più il vicepresidente Luca Cannata ha
confermato che anche a febbraio, come già registrato a gennaio, «molti sindaci
non riusciranno a pagare gli stipendi o lo faranno con parecchi giorni di
ritardo e solo grazie ad anticipazioni bancarie».
I sindaci hanno lanciato il
loro allarme a 24 ore da quanto fatto dai commissari delle 9 ex Province, che
hanno illustrato una situazione di dissesto che entro un mese porterà alla
dichiarazione di esubero per migliaia di dipendenti e al licenziamento dei
precari.
Anche l'Anci ha denunciato «una situazione che conduce al fallimento. Stiamo assistendo alla distruzione completa del sistema degli enti locali con
dati alla mano». E i dati sono questi: «Sono state azzerate le risorse che la
Regione trasferiva in conto capitale (circa 115 milioni). È stato tagliato il
fondo per le autonomie locali. Tutto ciò vale il 25 per cento delle somme».
Questo è quello che i sindaci attribuiscono alla Regione. Ci sono poi ulteriori
restrizioni imposte dallo Stato. Da qui l'appello a modificare almeno la
Finanziaria in corso di approvazione e a sostenere anche il pressing in corso
su Roma per allentare la morsa dello Stato. Tuttavia ¡l governo regionale non
prevede in questo momento di modificare il budget per gli enti locali. Il
bilancio in corso di (faticosa) approvazione prevedeva milioni di finanziamenti
ordinari. Mentre il fondo per il precariato potrà contare su altri 227,8
milioni. Gran parte di queste somme tuttavia rimarranno congelate fìno a quando
Crocetta e l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, non raggiungeranno a
Roma l'intesa con lo Stato per ottenere gli ultimi 500 milioni di aiuti
promessi a dicembre.
Nell'attesa l'allarme di Comuni e Province è stato
raccolto dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone: «Condivido l'allarme
lanciata da Orlando anche per quanto riguarda la sottovalutazione della
questione relativa alle ex Province, perché in attesa della riforma definitiva
a dover sopportare i costi sono i Comuni».
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