La Stampa
AMEDEO LA MATTINA -
Questa storia ha un lato
che si vede e uno che non si vede. Partiamo dal primo. Nel Pd siciliano è
scoppiata una cavalleria rusticana che lambisce il quartier generale di Roma:
per la prima volta i giovani turchi di Andrea Orlando e Matteo Orfini si
scontrano con i renziani.
Ad accendere la miccia sono state le parole di Totò
Cuffaro, da poco uscito dalle patrie galere dove ha passato quasi 5 anni per
aver favorito la mafia. L'ex governatore della Sicilia, in un'intervista
all'Huffington Post, ha detto che nel Pd renziano si stanno spostando i suoi
voti e la sua classe dirigente. «Le mie clientele stanno cambiando
nascondiglio», è la colorita sintesi di Totò, stupito di tanto clamore. «Dove
sta lo scandalo. A me pare naturale. Prendevo in Sicilia un milione e
ottocentomila voti. Lì dentro c'era la Sicilia. Ora quella stessa Sicilia si
sta spostando». Un ragionamento che, dal suo punto di vista, non fa una piega.
Solo che oggi l'uomo forte di Renzi nell'isola si chiama Davide Faraone, sottosegretario all'Istruzione. La reazione alle parole di Cuffaro è venuta dal
segretario regionale Fausto Raciti, che ha chiesto di congelare il tesseramento
2015 e di procedere a una verifica tessera per tessera. Tuonando: «Se c'è chi
considera il Pd scalabile, sbatterà il muso». Il vicesegretario nazionale
Lorenzo Guerini lo ha rassicurato: «Faremo gli accertamenti necessari. Se ci
sono situazioni di tesseramento gonfiato lo verificheremo. Il Pd rimane un
partito con i suoi ideali di centrosinistra. Cuffaro stia sereno».
Da questo
punto di vista Totò è serenissimo: si gode la transumanza nell'orbita renziana
che, a dire il vero, è cominciata non oggi ma da due anni almeno. C'è tanta
ipocrisia e finto stupore in questa storia. Il taxi nell'area renziana è stato
un movimento che si chiamava Articolo 4 guidato da Nicola Leanza (oggi non è
più in vita) che è stato il braccio destro e sinistro di Cuffaro per anni.
Per
dirne una, l'attuale eurodeputata Michela Giuffrida viene da questo movimento
ed è stata candidata nelle liste del Pd. A firmare le liste è stato anche il
segretario Raciti. La capogruppo del Pd all'Assemblea siciliana si chiama
Alice Anselmo, anche lei arrivata da Articolo 4, dopo aver cambiato 5 casacche.
L'elenco dei cuffariani nel Pd o nella giunta di Crocetta, che ieri
«stranamente» ha tuonato contro l'infiltrazione cuffariana dicendo di essere
stato «profeta», è troppo lunga per questo articolo. Allora veniamo a quello
che non si vede.
In tutta Italia è in corso il tesseramento che si chiude il 14
febbraio. E i dati dicono che c'è il sorpasso renziano su tutte le altre
componenti del partito, non solo sulla sinistra Dem, quella che fa capo agli
oppositori Cuperlo e Speranza. A essere surclassati sono pure i giovani turchi
di Orlando e Orfini che nel Pd sono alleati di Renzi. E Raciti è uno di loro.
Non è un caso che ieri accanto al segretario regionale sia intervenuto lo
stesso Orlando.
In Sicilia si sta combattendo una furiosa battaglia per il
controllo del partito e per la futura candidatura a governatore. Faraone è in pole e ha creato una cordata di potere che passa per l'ex ministro Totò
Cardinale e molti ex cuffariani ed ex di Fi. Ma dietro Raciti ci sono i vecchi
ras siciliani di provenienza PciPds-Ds Cracolici e Crisafuli che stanno perdendo
tutto il loro potere per mano di Faraone. «E ora tentano di vendicarsi»,
confida un furioso Faraone.
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