Premessa
Anche la statua di S. Michele Arcangelo,
custodita nella chiesa della Madonna della Favara, merita una particolare
attenzione, come potrà rilevare il lettore dal testo di seguito riportato,
estratto dalla monografia di Calogero Raviotta "S. Michele Arcangelo l’otto maggio a Contessa
Entellina: notizie storiche, tradizione religiosa, processione e statua".
Fino alla metà del secolo
scorso, a Contessa Entellina, si celebravano tante feste religiose anche
portando in processione alcune delle numerose statue esposte al culto nelle
diverse chiese (S. Rosalia, S. Rocco, S.
Eligio, Immacolata, Madonna di Fatima, Madonna Regina del Mondo, S. Giuseppe,
Crocifisso, Madonna del Rosario, S.
Nicola, S. Lucia, Madonna della Favara,
S. Francesco, S. Antonio, S. Michele Arcangelo, S. Pasquale, S. Pietro, S.
Giuseppe Artigiano, Addolorata, S. Rosalia, ecc.).
Statua e processione di S. Michele Arcangelo a Contessa
Non è nota la data e
l’autore della statua di S. Michele Arcangelo, che già era però esposta al
culto, nella prima metà del secolo XIX, come attesta il canonico Atanasio
Schirò nella sua monografia su Contessa Entellina: dopo la ricostruzione della
chiesa della Madonna della Favara, in parte crollata nel 1843, furono
acquistate la statua di S. Francesco e di S. Antonio, mentre erano già esposte
al culto altre quattro statue di cui si ignorava l’autore e la data in cui
furono scolpite (Madonna della Favara, S. Pietro, S. Pasquale e S. Michele
Arcangelo).
La statua di legno (un metro
e 50 centimentri di altezza circa), presenta S. Michele in atteggiamento da
combattente: vestito da soldato, braccio destro sollevato che impugna la spada,
elmo sul capo, sotto il quale scendono a fianco del volto ciocche di capelli a
riccioli, scudo retto dalla mano sinistra con la scritta “Quis ut Deus–Chi come
Dio?”, mantello militare che scende
sulle spalle, piedi poggiati su un mostro arrotolato (il demonio), espressione
del viso di un giovanetto.
Sulla base di queste
caratteristiche si presume che la statua sia stata scolpita nel secolo XVII, a
Chiusa Sclafani, nello stesso periodo in cui fu scolpita la statua della
Madonna della Favara (1652).
Nel resoconto della visita
pastorale, effettuata nel casale di Contessa dal vescovo di Girgenti il 29
agosto del 1669, viene riportato che, nella chiesa dedicata a S. Maria delle
Grazie vi sono tre altari: quello maggiore, uno dedicato alla Beata Maria Vergine
ed uno dedicato a S. Michele Arcangelo.
Analogo riscontro si trova
nel resoconto della visita pastorale effettuata il 26 maggio 1678 con la
espressa citazione dei predetti tre
altari esistenti nella cappella dedicata
a S. Maria delle Grazie. Questi riscontri documentali confermano che il culto
dedicato a S. Michele Arcangelo, era già
di particolare rilevanza fin dai primi insediamenti dei profughi albanesi nel
casale di Contessa e si è conservato nei secoli successivi, come dimostra la
processione che si svolgeva l’otto maggio a Contessa Entellina, fino a 50 anni
fa, e certamente dalla data in cui fu acquistata la statua, che si venera nella
chiesa parrocchiale latina.
Festa liturgica di S. Michele Arcangelo, culto e iconografia
Fin dal secolo XI S. Michele
(Chi come Dio?) era ricordato in tutta l’Europa il 29 settembre, secondo la
tradizione liturgica del rito romano. Fin dal Medioevo nel santuario del
Gargano era commemorato sia il 29 settembre (solenne processione con la spada
di S. Michele) sia l’otto maggio (anniversario della apparizione nella grotta
del Gargano).
Il culto a S. Michele sorge
in Italia e si diffonde in tutta l’Europa dopo le sue apparizioni (nel
490, nel 492, nel 493 e nel 1656) in una
grotta del Gargano, oggi Monte Sant’Angelo.
Nel luogo delle sue
apparizioni nel secolo sesto viene costruito un santuario, ancor oggi meta di
pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Parecchie chiese, cappelle e
oratori sono dedicate a S. Michele in tutto il mondo ed inoltre è patrono di
tante località italiane (Caserta, Cuneo, Vasto, ecc ) e straniere (Jena,
Colmar, ecc.) ed inoltre è protettore di popoli (Longobardi), sovrani e varie
categorie professionali (farmacisti, giudici, radiologi, ecc.).
Notizie storiche
Da quanto finora sopra esposto
emerge che il culto di S. Michele Arcangelo, nella devozione popolare, ha
sempre occupato un posto di particolare rilevanza già dai primi decenni
dell’insediamento dei soldati e dei profughi albanesi nel casale di Contessa:
nel secolo XVII a S. Michele Arcangelo era già dedicato un altare (!) e, fino
alla metà del secolo scorso, a Contessa ogni anno si celebrava la sua festa,
portando in processione la sua statua l’otto maggio.
S. Michele in tutte le
località limitrofe a Contessa viene celebrato il 29 settembre, come previsto
dal calendario liturgico romano, a Contessa invece l’otto maggio, che non
coincide né con la ricorrenza festiva prevista dal calendario di rito bizantino
né con la ricorrenza festiva prevista dal calendario di rito romano.
Quale legame storico o religioso esiste tra Contessa ed il
santuario di S. Michele al Gargano, dove appunto si celebra
fin dal Medioevo la processione l’otto maggio?
Molti
Albanesi, stabilitisi nelle terre concesse a Scanderbeg dal re di Napoli, per
l'aiuto militare assicurato contro i feudatari filoangioini, si trasferiscono in
altre località della Puglia e del Regno di Napoli, perché i feudi (Monte S.
Michele e altri), ereditati da Giovanni Castriota, figlio di Scanderbeg,
vengono permutati nel 1485 con i feudi di Soleto e di S. Pietro in Galatina con
gli stessi privilegi. Gli Albanesi, che abbandonano i predetti feudi di
Scanderbeg, si trasferiscono preferibilmente in casali ricostruiti o ripopolati
da altri albanesi, per poter più facilmente conservare la loro identità religiosa,
etnica e culturale. Certamente alcune famiglie
albanesi dal feudo di Monte S. Angelo raggiungono anche la Sicilia ed in
particolare il casale di Contessa, dove portarono il culto di S. Michele,
dedicandogli immediatamente un altare nella cappella della Madonna della Favara
e celebrando la sua festa l’otto maggio, nella ricorrenza della sua apparizione
nella grotta del Gargano, secondo la tradizione ancor oggi viva nel noto
santuario pugliese.
La provenienza dalle
comunità albanesi del foggiano di alcuni “contessioti” trova qualche riscontro
anche nell’affinità presente sia nella toponomastica e nella onomastica sia nel
glossario e nella fonetica della lingua arbëreshe,
parlata a Contessa e nelle comunità di
Chieuti e Casalvecchio di Puglia, in provincia di Foggia, poco distanti da
Monte S. Michele.
Nota – La plurisecolare devozione
popolare dedicata a S. Michele Arcangelo
è quasi scomparsa negli ultimi decenni, rimane invece la fiera dell’otto
maggio (mercato per il bestiame e la mercanzia), istituita con decreto reale
del 10 gennaio 1845.
Nessun legame
quindi esiste tra il culto e la festa dedicata a S. Michele, che ha origini
antiche, e la fiera, istituita in tempi recenti.
Per chi vuole
approfondire alcuni aspetti delle vicende sopra riportate può risultare utile
consultare la seguente bibliografia (testi più significativi):
- S. Gassisi, “Contributo alla Storia del rito
greco in Italia”, in “Roma e l’Oriente”, Grottaferrata, Badia Greca, 1914
- G.
Gabrielli, “Colonie e lingue di Grecia e di Albania in Puglia”, 1939
- Pasquale Pandolfini,
Albania e Puglia: vicende storiche, politiche e religiose fra le due sponde dell’Adriatico”, Biblos, Anno XIV, n.28
(2007) – Biblioteca “G. Schirò” di Piana degli Albanesi
- "Sull'origine e fondazione del Comune di Contessa, colonia
greco-albanese della Sicilia" di Spiridione
Lojacono (Palermo, 1880)
- “Memorie storiche su Contessa Entellina" di Atanasio
Schirò, (Palermo, 1904 - opera postuma a cura del canonico Nicolò Genovese)
- “Guida illustrata delle colonie albanesi in Sicilia: Contessa
Entellina" di Alessandro Schirò, (Palermo
nel 1923)
- “Contessa Entellina nel XX secolo” di Calogero Raviotta (Contessa
Entellina, 2001).
P.S. - La monografia di Calogero Raviotta “S. Michele Arcangelo l’otto maggio a Contessa Entellina: statua,
processione, notizie” è stata presentata nella chiesa delle Anime Sante domenica
29 giugno 2008. Una copia della monografia è stata consegnata ai
contessioti che portano il nome Michele. Il
testo è consultabile presso il Centro Culturale Parrocchiale.
(Patrimonio culturale negli edifici di culto 5 - Chiesa della Madonna della Favara IV - continua)
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