Clero di rito romano nel territorio di Contessa
Entellina
Il più antico riscontro
documentato del clero presente nel territorio di Contessa si riferisce all'anno 1308. Altri riscontri si hanno nei
secoli successivi fino ad oggi, come di seguito precisato (date, fonti,
sacerdoti).
Atanasio Schirò (scrittore e storico) |
Nel documento “Rationes Decimarum Italiae” (Ed. Pietro
Sella, Studi e Testi n.112 - Città del Vaticano, 1944), nella parte riguardante
la Sicilia (al n.1487, p.111) è riportato che, nei secoli XIII e XIV, un certo sacerdote di nome Benedetto, per gli
anni 1308-1310, per le due
chiese del casale di Contessa (S. Maria e S. Nicola) pagò quattordici tarì.
Quindi prima della
ricostruzione del casale, da parte degli Albanesi, esistevano a Contessa due
chiese ed una era dedicata a S. Nicolò. La chiesa dedicata alla SS. Annunziata
è stata intitolata anche a S. Nicolò dopo la venuta degli Albanesi nel casale
di Contessa.
Nicolò Chetta scrive che i
soldati albanesi, provenienti da Bisiri nel 1450, si stabilirono prima nelle
vicinanze del castello di Calatamauro, quindi si trasferirono nella contrada
oggi chiamata Musiche ed infine cominciarono a ricostruire il casale di
Contessa insediandosi nelle vicinanze della chiesa dedicata alla SS.
Annunziata.
La denominazione Musiche e
l’italianizzazione della parola albanese Musgat (luogo ricco di acque),
toponimo ancora oggi usato per indicare questa località, che anticamente era la
contrada S. Nicolò. Ancor oggi la via S.
Nicolò collega, sulle tracce di un antico sentiero, la via Albania con la
contrada Musgat.
Nicolò Genovese (Scrittore, poeta, ispiratore e promotore di organizzazioni politiche progressiste locali) |
Nei riveli più antichi (1593
e 1623) del casale di Contessa viene citato
il quartiere S. Nicolò, dove vivevano quindi delle famiglie, mentre
nei riveli successivi non viene più citato il quartiere S. Nicolò, certamente
perché le vecchie abitazioni precarie erano state abbandonate e le famiglie si
erano trasferite in altri quartieri in espansione, citati per la prima volta
nel rivelo del 1623 (S. Maria greca
e S. Rocco) e nel rivelo del 1714
(Madonna Favara).
E’ rimasta nella memoria
popolare anche il ricordo di una frana
che travolse e distrusse alcuni insediamenti nella contrada Musiche e si narra
che qualche volta i nostri antenati sentivano il suono della campana della chiesetta,
che la frana aveva distrutto assieme alle case che la circondavano.
Le notizie storiche, i vari
indizi sopra accennati, i riscontri topografici oggi esistenti, possono
suggerire l’ipotesi che la chiesa dedicata a S. Nicolò si trovasse nella
contrada musiche. Si può anche ipotizzare che tale cappella, come quella
dell’Annunziata, abbandonate e diroccate, abbiamo avuto una attenzione diversa
da parte degli Albanesi venuti nel casale di Contessa: la chiesa SS. Annunziata
fu ricostruita e successivamente restaurata ed ampliata perché nei suoi pressi
si é sviluppato l’insediamento urbanistico, mentre la cappella di S. Nicolò fu
solo parzialmente ricostruita e mantenuta temporaneamente agibile con
interventi di manutenzione inadeguati fino ai primi decenni del secolo XVII.
Oltre al citato sacerdote
Benedetto, dal 1310 fino all'inizio del secolo XVII, non si hanno riscontri
documentati sulla presenza di clero di rito romano nel territorio del casale di
Contessa. Va ricordato però che, in tale lungo periodo, il monastero e la
chiesa di S. Maria del Bosco costituivano l'istituzione religiosa e culturale
che operava per le comunità dei casali limitrofi.
Fin dai primi decenni del
secolo XVII, circa un secolo prima che fosse costituita la parrocchia latina,
avvenuta nel 1698, è invece ampiamente documentata la presenza di clero di rito
romano nel casale di Contessa.
Negli archivi della diocesi
di Girgenti, alla cui giurisdizione ecclesiastica afferiva Contessa, risulta che il sacerdote don Giacomo
Lo Smeriglio, come curato della terra di Contessa, celebrava nel 1609 le nozze di Conti Clesi e
Margherita Barcia e che dal 1624 Don Matteo Vernaci di Chiusa era
invitato dal parroco greco ad amministrare i sacramenti ai fedeli di rito
romano di Contessa.
Negli anni successivi, ed in particolare dalla data di istituzione
della parrocchia latina (1698), la presenza di sacerdoti latini a Contessa
viene stabilizzata, come documentato
dall'elenco dei cappellani, vicari curati e parroci di rito romano, i
cui nomi sono di seguito riportati (anno di nomina tra parentesi): cappellano
Diego Foresta da Caltabellotta (1634), curato Leonardo Pino (1658), cappellano
Francesco Ficara da Bisacquino (1669),
vicario curato Luca Musacchia (1698), vicario Curato Giorgio Macaluso
(1724), Antonino Glaviano (1742), Giuseppe Amodei (1747), Michelangelo
Musacchia (1750), Giuseppe Spada (1762), Ignazio Spada (1782), Giovanni
Genovese (1828), Giuseppe Ferrara (1833), Leonardo Lala (1846), Antonino
Rizzuto (1867), Atanasio Schirò (1894), Nicolò Genovese (1895), Antonino Garaci
(1925), Giuseppe Clesi (1939), Antonino
Lala (1942 (coadiuvato per brevi periodi dai sacerdoti Drago, Geloso, Speciale,
Giordano).
Mons. Antonino Lala Protagonista della fase di transizione della Parrocchia dalla Diocesi di Monreale a quella di Piana degli Albanesi |
Dalla morte di mons. Lala (1965) al 2010 la parrocchia latina viene affidata a diversi sacerdoti,
quasi tutti non contessioti. I loro cognomi sono riportati di seguito: Leoluca
Marsalisi (fino al 1966), Giuseppe Mandalà (fino al 1968), Rosario Di Trapani
(fino al 1971), Boach (?), Lorenzo Pecoraino (fino al 1974), Lombino (fino al 1975), Salvatore Lo Bue
(fino al 1986), Filareto Monteleone Francesco (fino al 1989), Pietro Gullo
(fino al 1990), Francesco Verecondia (fino al 1991), Marco Badiglio (fino al
1993), Porfilio Traficanti (fino al 1997), Antonio Cotza (fino al 1998), Don
Mario Bellanca (fino al 2010). L'attuale amministratore parrocchiale è don
Giorgio Ilardi.
Da quanto sopra esposto si
rileva che in 70 anni (1895-1965) sono nominati nella parrocchia latina appena
tre parroci, mentre negli ultimi 50 anni (1965-2015) 15 parroci o amministratori
parrocchiali, di cui tredici non contessioti.
I dati statistici e la
storia della parrocchia latina degli ultimi decenni dimostrano pertanto che i
sacerdoti di rito romano di origine contessiota (Lo Bue e Badiglio) sono
rimasti per periodi relativamente più
lunghi rispetto ai non contessioti, solitamente rimasti in parrocchia per
periodi brevi.
________
P.S.- Per chi volesse approfondire quanto sopra esposto brevemente sul
clero di rito romano operante fino ad oggi nel territorio di Contessa suggeriamo
di consultare:
* "Contessa
Entellina, La sua storia", Comune di Contessa Entellina, anno 2007.
Ristampa anastatica di
testi sull'origine di Contessa di :
Spiridione LoJacono, Atanasio Schirò,
Alessandro Schirò, Giuseppe Schirò.
* Atti del convegno "III centenario di istituzione della
parrocchia latina di Contessa"
(Associazione Culturale "Nicolò Chetta",1999, Contessa E.)
* Monografia " Klisha e Shën Kollit te
Muzgat - La Chiesa di S. Nicola nella contrada Musiche" (Associazione Culturale "Nicolò
Chetta". Contessa E., 2008).
(Patrimonio
culturale negli edifici di culto 7 - Chiesa della Madonna della Favara VI -
continua)
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