Giornata Mondiale dell'Alimentazione |
SVILUPPI DELLA DISPONIBILITÀ ALIMENTARE
L’Homo habilis, onnivoro, è sopravvissuto allo Australopithecus robustus, ominoide che viveva di sola frutta, noci ed erbe.
Superata l’epoca della caccia e della raccolta, lo sviluppo dell’agricoltura ha contribuito potentemente, con l’addomesticamento e l’allevamento di animali e la coltivazione di piante, ad allargare la base alimentare dell’uomo, pur riducendo la gamma delle specie vegetali ritenute commestibili.
Nel mondo antico e fino alla scoperta dell’America, le disponibilità alimentari furono limitate, se non addirittura precarie, ai fini della sussistenza, soprattutto per i gruppi più poveri. Nell’Europa centrale, la scarsità di base è rimasta per secoli quella enunciata da J. Boemus nella prima metà del 16° secolo: «Pane, avena e verdura cotta sono il cibo del contadino; acqua e siero la sua bevanda».
Dopo la scoperta e l’esplorazione dell’America e la conseguente acquisizione delle risorse del nuovo continente, lo scenario cambiò.
Furono introdotti in Europa i prodotti dei coltivatori protoamericani (dal mais ai fagioli, dalla patata al pomodoro, per finire con peperoni, zucche e zucchine e numerosi altri ortaggi e frutta) e ad ampliare fortemente le disponibilità mondiali, arricchite dalle vaste possibilità aperte dalla produzione nel Nuovo Mondo: dall’estesa coltivazione di cereali e di canna da zucchero all’allevamento animale.
Un ulteriore incremento delle risorse alimentari scaturì, infine, a partire dal 19° secolo, dallo sviluppo dell’industria agroalimentare che, con l’introduzione delle moderne tecnologie di conservazione delle derrate deperibili e di trasformazione e innovazione di prodotti, aumentò fortemente il potenziale di consumo.
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