Il Sinodo di Grottaferrata è stato archiviato ?
chi ha cassato il canone 544 ?
chi ha cassato il canone 544 ?
Il Dizionario Storico Italiano ha aggiornato recentemente lo spazio dedicato agli arbëresh.
E' verosimile che debba ulteriormente aggiornarlo stante il quasi ritorno della preastantia romani ritus, col Vescovo che sa fare il segno della croce "alla dritta e alla riversa"
^^^^^^^^^
Allo stato attuale il Dizionario riporta
Gli italo-albanesi.
Le conseguenze del
Risorgimento si fecero percepire anche nel risveglio della coscienza
«nazionale» delle comunità italo-albanesi di Calabria e Sicilia, cattoliche di
rito bizantino, da secoli identificate equivocamente come «greche»; questo
sentimento ben presto rinforzò l’antica richiesta di avere finalmente diocesi e
vescovi ordinari del proprio rito per non sottostare più alla giurisdizione dei
locali vescovi “latini”, ponendo fine ad una forzata e subalterna convivenza
che, in ossequio alla preastantia romani ritus, era stata spesso costellata da equivoci ed incomprensioni. Questo
sentimento, cresciuto negli anni dell’unionismo leonino, si fece sentire più
forte nei primi decenni del ‘900 ed ottenne il suo primo tangibile risultato
nel 1919, allorquando Benedetto XV istituì l’eparchia greco-albanese di Lungro
in Calabria, a cui sarebbero state aggregate le reisidue parrocchie greche di
Lecce e Villa Badessa (Pescara), e nel contempo veniva nominato il suo primo
ordinario, mons. Giovanni Mele.
La positiva esperienza dei confratelli di
Lungro indusse i siculo-albanesi ad insistere con maggiore forza nel perseguire
il medesimo risultato, al quale tuttavia si opponeva la diversa distribuzione
territoriale delle parrocchie: mentre infatti in Calabria i paesi e le
parrocchie albanesi erano compatti e reciprocamente confinanti, in Sicilia le
parrocchie greche erano disperse su un territorio più vasto, erano frammiste a
quelle latine e, in più di un caso, nello stesso luogo coesistevano greci e
latini. Tali ostacoli vennero superati per diretto intervento di Pio XI e del
cardinale Eugène Tisserant, segretario della Congregazione Orientale, che
vollero trasformare il caso dei siculo-albanesi in un manifesto programmatico
dell’unionismo cattolico: nel 1937 venne eretta l’eparchia di Piana dei Greci
(poi detta degli Albanesi), con co-cattedrale a Palermo (S. Nicolò dei Greci
alla Maratorna), al cui ordinario greco sarebbero state sottomesse sia le
parrocchie greche che quelle latine di Piana, S. Cristina Gela, Mezzojuso,
Contessa Entellina e Palazzo Adriano. Inoltre, per ovviare alle proteste dei
fedeli latini, come ordinario pro tempore fu nominato l’arcivescovo di Palermo, a cui venne affiancato un
ausiliare di rito greco nella persona di papás Giuseppe Perniciaro, creato vescovo titolare d’Arbano, che solo nel
1967 avrebbe assunto la guida diretta dell’eparchia.
Da quel momento il vescovo
greco sarebbe stato l’unico ordinario per i due riti, perpetuando sotto diversa
luce una convivenza che non ha cancellato diversi aspetti del suo antico
retaggio.
Nessun commento:
Posta un commento