Lo Stato feudale di Contessa
era completamente autonomo
(Amministrazione, Giustizia, Regole di
Vita, Sostentamento e Produzione)
Come in altri centri baronali siciliani, a Contessa il palazzo baronale del signore sorgeva gia' nei primi decenni del Cinquecento nella parte piu' alta del centro abitato; questo si andava sviluppando infatti grosso modo attorno ai due assi odierni che costituiscono la via Morea e la via Scanderbergh. L'abitato in quei primi decenni del Cinquecento dalla porta Cardona-Peralta (dove oggi c'è il negozio di Nino Verardo) non andava oltre l'attuale via Liuzza, nei pressi -piu' o meno- dove oggi c'e' la farmacia Musacchia.
Il Palazzo baronale, odierna sede municipale, dominava quindi il centro abitato che gli stava a valle quasi per intero, anche se alcuni nuclei abitati si sviluppavano -piu' o meno- lungo l'asse dell'odierna via Albania fino all'odierna via Macaluso ed in forma di cortili chiusi rispetto al mondo esterno.
Il Signore nei primi decenni del Cinquecento era espressione della famiglia di origine spagnola dei Cardona; questi tuttavia mai risiedette stabilmente a Contessa.
I Cardona, i Gioeni e successivamente i Colonna erano sì Signori di Contessa e Calatamauro ma anche Conti di Chiusa, Marchesi di Giuliana e baroni di varie altre localita' cosicche' nel Palazzo che stava sull'altura di "Rahjo" vi risiedeva un governatore, un rappresentante del potere signorile.
Nello stesso Palazzo, che in origine era tutto circondato da alte mura al cui interno stava un verdeggiante giardino, avevano sede:
-la corte secreziale
-la corte giuratoria
-la corte capitanaria
ossia rispettivamente l'amministrazione di tutti i feudi ricadenti nella baronia di Contessa-Calatamauro, l'amministrazione che oggi definiamo municipale ed infine l'amministrazione giudiziaria. Tutte e tre queste espressioni del potere facevano capo alla Signoria dei Cardona, ed in loro vece al governatore di turno.
Accanto alle tre espressioni del potere feudale, nel Palazzo, stava pure la Cancelleria, una sorta di cuore della comunita' ove venivano conservati i sui documenti più preziosi: i Capitoli istitutivi della Universita' di Contessa (=il Comune) ove erano riportati i diritti ed i doveri nei confronti della Signoria, i documenti e le condizioni di riparti degli oneri comunitari fra le varie famiglie del luogo, e verosimilmente i simboli e le testimonianze della patria di origine degli arbëresh.
La circostanza che nel Palazzo Signorile avessero sede le tre corti e la cancelleria consentiva alla comunità Contessa di essere uno "stato", uno stato feudale autonomo, ossia una realta' amministrativamente autonoma e completamente svincolata da altri distretti (contee, marchesati etc.) che costituivano l'arcipelago dei domini dei Cardona.
Da qui il felice (!) isolamento durato almeno due secoli degli arberesh rispetto al mondo circostante.
La conduzione dello Stato feudale e delle diramazioni amministrative conseguenti richiedeva, ovviamente, personale preposto designato dal feudatario, dai Cardona. A Contessa questa incombenza di generazione in generazione verra' assolta dalla famiglia dei LoIacono.
La definizione di "Stato" oltre che ufficiale e riportata nei documenti pubblici era anche piena di contenuti veri e reali.
La vastissima baronia locale dei Cardona altro non era che una fittissima interconnessione di diritto, economia, poteri legali e poteri di fatto, dinamiche di produzione e dinamiche di mercato, apparati che necessitavano di magistrati, notai, esperti di contabilita' e finanza e ovviamente agronomi.
I grandi patrimoni feudali ricadenti entro il perimetro della baronia (che allora era ancora piu' ampia degli attuali 13.000 kmq del territorio odierno del comune di Contessa Entellina), dal momento che si autogovernavano localmente sulla volonta' dell'apparato feudale, a buon motivo recavano la dizione di "Stato di Contessa".
Entro quello Stato nei primi decenni del Cinquecento ebbe inizio la vita sociale, economica, umana e culturale degli arbëresh di Contessa.
Vedremo in seguito come si esplicavano e come si applicavano dal Palazzo Signorile che sovrastava "Rahjo i poteri di governo sull'intero "Stato chiuso" rispetto al mondo esterno.
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