Da LA STAMPA
Un parroco diventa arcivescovo in una sede
tradizionalmente cardinalizia. «Quella di don Corrado Lorefice è un a nomina
fuori dagli schemi: è un valido sacerdote e saprà reggere il peso di una sede
difficilissima- osserva il vescovo di Mazara del Vallo e delegato Caritas in
Sicilia, Domenico Mogavero-. Una scelta profetica che darà frutti sorprendenti».
Ma «per cambiare le cose a Palermo gli serviranno audacia e coraggio: abbiamo
fiducia in Francesco, ha scelto una persona di qualità, con ottime referenze», aggiunge
l'ex numero tré della cei. Da vicario episcopale della diocesi di Noto retta da
Antonio Stagliano alla cattedra più ambita in Sicilia.
Sconosciuto al grande
pubblico, molto apprezzato nel clero. Il 7 ottobre, la convocazione alla Curia
palermitana sembrava il momento buono, ma era stata invece l'occasione per
l'annuncio della designazione dell'ausiliare Carmelo Cuttitta alla guida della
diocesi di Ragusa. Autore di libri su padre Pino Puglisi, sul Concilio Vaticano
II e su figure come il monaco Giuseppe Dossetti, è un sacerdote di profonda
cultura teologica ed esperto in altri campi, ma anche molto semplice e in linea
con il nuovo pastorale impresso da Francesco all'episcopato.
Don Corrado nasce
in una solida famiglia ma sceglie presto la Chiesa della povertà. Dal balcone
della casa paterna si affacciò Marcello Mastroianni nel film «Divorzio
all'italiana» di Pietro Germi. Suo padre animava la confraternita di
Spaccaforno. Le cronache locali riferiscono la scorsa estate del matrimonio di
una nipote di don Corrado. Sull'altare a celebrarlo è un sacerdote per
vent'anni missionario in Argentina. Li divenne amico di un carismatico e
austero gesuita: Jorge Mario Bergoglio.
Il ricordo dell'insegnante vescovo «Don
Corrado è stato mio allievo allo Studio teologico San Paolo di Catania, lo
conosco fin da ragazzo- spiega l'arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi-. Per
Palermo è la scelta giusta anche perché ha da poco superato i cinquanta. Siciliano Don Corrado Lorefice nasce ¡n una solida famiglia, suo padre animava
la confraternita Spaccaforno, lui sceglie presto la Chiesa della povertà t'anni
quindi ha davanti un lungo mandato per programmare interventi profondi e
pianificare bene la sua azione in ogni ambito della vita diocesana. Ha tempo e
capacità per impostare un lavoro complessivo».
Tutt'altro, quindi, che un salto
nel buio. «Ha una grande esperienza educativa, è stato vicedirettore del
seminario e insegna teologia morale- evidenzia Pennisi-. All'impegno accademico
ha sempre unito l'attitudine alla carità. Ricordo la tesi sul vescovo sociale
Blandini che fu maestro di don Sturzo e i suoi studi sul Concilio». Ma
soprattutto, precisa, «don Corrado ha talento pastorale: sa coinvolgere i
giovani nelle attività parrocchiali e i sacerdoti di Palermo troveranno in lui
ascolto e aiuto».
Non un principe della Chiesa distante dalle parrocchie e
vicino agli ambienti che contano, bensì «un parroco dalla parte degli ultimi»,
sottolinea Pennisi. Vangelo della misericordia, non più Chiesa d'apparato.
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