StatCounter

mercoledì 1 ottobre 2014

Santa Maria del Bosco. Convegni seguiti da pranzi ... ma il monunento versa nell'incuria

Nella nostra zona,  nei paesi che ricadono nell'area a sud di Corleone (Bisacquino, Contessa, Chiusa Sclafani, Giuliana) da alcuni decenni non esistono associazioni culturali vere, sezioni di partiti che formano militanti che sappiano poi fare scelte politiche, sezioni sindacali che in termini politici si adoperino per il mondo del lavoro. 
Le relative sigle associative-partitiche-sindacali sono gestite da persone più o meno volenterose che tentano di smuovere le montagne dell'apatia, più alla maniera donchisciottesca che con la mobilitazione-sensibilizzazione sociale.
In nessuna parte del mondo si sarebbe permesso -infatti- che la cosiddetta "Montecassino della Sicilia" finisse così come è avviata inesorabilmente (ormai) a finire se le organizzazioni politiche, sindacali e culturali avessero assolto alle loro finalità istituzionali.

Non sono mancati i convegni, i pranzi, gli incontri foraggiati (generalmente) dagli Enti pubblici. 
Questi "eventi" sono avvenuti in prossimità di tornate elettorali con pompa magna di onorevoli, assessori regionali, provinciali, arcivescovi, vescovi, sovrintendenze, studiosi etc.
I pranzi e la coreografia sono sempre stati -di volta in volta- a carico di Mamma Regione o Figliola Provincia e/o raramente dei nipotini Comuni limitrofi. 
Denaro pubblico sperperato a non finire, in nome del Monumento di Santa Maria del Bosco, monumento ormai al punto del collasso finale (riferendoci alla Chiesa, di cui restano il prospetto e poco altro).
Nessuno dei promotori, ad "evento" concluso, si è mai più ricordato di Santa Maria del Bosco, si trattasse di Presidenti della Regione (Lombardo), o di altri promotori.
Su Santa Maria del Bosco non esiste nulla di programmatico, di prospettiva per il futuro.

Nel 1999 l'on.le Francesco Di Martino presentò all'Assemblea Regionale un disegno di legge che puntava alla salvaguardia del luogo ed in un certo senso -pure- al riordino giuridico-formale delle competenze. Il territorio di Santa Maria ricade infatti nelle competenze dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, eppure in netta violazione della Bolla papale di Giovanni XXIII (1963) l'arcivescovato di Monreale ne detiene (si fa per dire, tenuto conto dello stato di abbandono) l'uso e la competenza ad intervenire, grazie anche ad amministratori locali che pur conoscendo l'irregolarità formale hanno -in passato- affidato a quella Curia la concessione di alcune opere di ripristino del prospetto della Chiesa.
Santa Maria finora è stata usata da politici e da curiali solo ai fini dell'apparenza.
Il disegno di legge di Di Martino che intendeva, finalmente, chiudere sia l'irregolarità che l'uso propagandistico del luogo, purtroppo, rimase bloccato agli atti dell'Ars perchè -pochi mesi- dopo egli morì.
Mai nessun'altro ha tentato di attivare una prospettiva per il sito.

E' solo colpa di Lombardo che a Santa Maria del Bosco è venuto per propaganda elettorale ? 
E' solo colpa di quel sindaco che ha voluto attribuire alla Curia di Monreale competenze in "concessione" che non le competevano ?
E' solo colpa dei tantissimi che hanno promosso convegni seguiti da pranzi a carico delle Casse pubbliche ?
E' solo colpa di tutti coloro che non hanno portato avanti la regolarizzazione in sede Stato/Vaticano in merito alla giurisdizione su Santa Maria del Bosco, nonostante la bolla papale preveda la scomunica per chi non vi dà attuazione ?

No, la colpa è generale delle Comunità locali che acconsentono allo svolgimento di Convegni di Studi per beneficiare -semplicemente- di un pranzo di tanto in tanto.

La perdita di un immenso tesoro al prezzo di un pranzo di tanto in tanto !!!

Nessun commento:

Posta un commento