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| Le vittime furono 300 |
studente sedicenne.
Cinque dei comuni interessati dal terremoto avevano una popolazione che non arrivava a 5000 abitanti; di questo gruppo facevano parte Montevago e Salaparuta che furono integralmente distrutte; Gibellina ebbe la stessa sorte, con la gravante di avere una popolazione di più di 6000 abitanti.
Ci furono complessivamente circa 400 morti e un migliaio di feriti; quasi 100.000 persone rimasero senza casa, anche se non e’ del tutto chiaro quante abitazioni siano state distrutte dal terremoto e quante demolite successivamente perché gravemente danneggiate.
I centri urbani della Valle erano per la maggior parte insediamenti di origine feudale, impiantati nel corso del XVI e XVII secolo dai proprietari dei feudi per ripopolare il territorio e incentivare l'economia agricola.
Calatafimi, Menfi, Partanna e Salemi, superavano di poco i diecimila abitanti; Gibellina ne aveva circa 6.000; Contessa Entellina contava circa 2.000 abitanti; Montevago, Poggioreale, Salaparuta e Vita comprendevano da 2.500 a 3.500 abitanti. I centri più piccoli, fra questi Contessa Entellina, erano anche quelli economicamente piu’ deboli nei quali si erano già verificate varie ondate di emigrazione della popolazione, prima verso l'America, poi verso l'Italia del nord e l'Europa.
Tuttavia, ogni centro urbano, dialogando con il paesaggio e integrandosi con la conformazione del suolo, possedeva una propria identità, che ne comunicava le origini, i processi di trasformazione, il ruolo economico, la composizione sociale degli abitanti e le loro relazioni.
Ciascun paese presentavano prima del sisma caratteristiche architettoniche ricorrenti: tessuto edilizio minuto ad alta densità, ritagliato da una rete viaria caratterizzata da pochi assi principali e da percorsi secondari di ampiezza minore.
L’impianto urbano era sempre arricchito da piazze e slarghi connessi alla presenza di chiese e in alcuni casi di complessi conventuali che costituivano i poli riconoscibili dello sviluppo urbano e i luoghi di riferimento della vita di relazione delle comunità. Gli isolati erano spesso solcati all'interno da vicoli e da cortili, unici spazi liberi sopravvissuti ai processi di edificazione sistematica delle aree urbane.

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