fra secolarizzazione e paganesimo?
Osservando la realtà di paese, non solo di Contessa Entellina, ma anche di Palermo o altrove, non è difficile notare che la gran parte della gente non frequenta le chiese, non solo quelle quotidiane, ma quelle dichiarate festive. Al pari non è difficile cogliere che chi le frequenta non sempre resta coinvolto in ciò che il celebrante persegue.
La fede probabilmente si è allontanata dal vivere nel terzo millennio. È però, questo e’ certo, e’ rimasto lo spirito profondo del Cristianesimo.
Nell’evidente secolarizzazione della società occidentale, la “fede” ha trovato il suo vero e forse più temibile avversario; ben più temibile dell’antica visione di Carlo Marx. Nelle società dell’Occidente Dio e’ scomparso dall’orizzonte della letteratura, dei media più diffusi e dall’immaginario dei giovani, dei circoli culturali. Ovvio, esistono gruppi di giovani che alla Fede si dedicano con grande impegno, lo abbiamo visto nella prima grande uscita pubblica del neo Papa, qualche domenica fa. Ma al di fuori delle grandi adunate per vedere il Papa, nelle nuove generazioni l’adesione religiosa lo si coglie solamente nelle vecchie (nel senso tradizionali) abitudini del tipo 8 settembre contessioto, quando si fa a gara fra chi deve trovare il posto sotto la Vara della Madonna della Favara.
Mah attenzione! Più osservatori, in quella volontà di ottenere un posto sotto la Vara, colgono semplicemente una voglia e una pratica rituale che ha fatto dire ad un amico che osservava il procedere della processione che di superstizione si tratta.
Papa Francesco, in una delle tante udienze del 2019, ha deprecato l’ignavia di chi si dice cristiano ed ha sostenuto: “Meglio vivere come un ateo, anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiano”.

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