Le conseguenze furono:
1) il caos dell'esercito italiano, lasciato senza direttive e in gran parte disperso o catturato dai tedeschi.
2) l'occupazione nazista del centro-nord Italia.
3) la nascita della Repubblica Sociale Italiana come Stato collaborazionista dei tedeschi.
4) una violenta guerra civile che coinvolse partigiani, alleati e fascisti-nazisti.
5) Con estrema rapidità la Wehrmacht disarmò l’esercito italiano e assoggettò i quattro quinti della Penisola, impossessandosi di un enorme bottino: 1.250.000 fucili, 33.000 mitragliatrici, quasi 10.000 pezzi d’artiglieria, 15.000 automezzi e ingenti quantità di carburante, munizioni e materiale vario.
6) Il “trauma dell’8 settembre” aprì la fase cruciale delle “scelte”, del momento in cui occorreva decidere se schierarsi o meno, se e da quale parte stare: se attendere il placarsi della bufera, se invece imbracciare le armi contro il nazifascismo oppure sposare la causa del terrificante “Nuovo Ordine” nazista, dei fautori del motto “credere, obbedire, combattere”. Nelle settimane successive, in una nazione allo sbando, mentre già gli “unni meccanizzati” colpivano con stragi e rappresaglie civili e militari sbandati, non pochi dei quali meridionali, da una coraggiosa disobbedienza di massa nacque la Resistenza.

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