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giovedì 6 ottobre 2022

Appunti di uno studente (2)

 Quale la genesi della Mafia?

 A cominciare dai primi del Settecento, o poco prima, in Sicilia l'Aristocrazia siciliana -in linea di massima- superindebitata a causa degli stili di vita che conduceva nelle città avvia un processo di spezzettamento  dei feudi che cede o che -frequentemente- gli vengono confiscati per i consistenti indebitamenti accumulati. Da questo tipo di frazionamento delle antiche baronie cominciano a nascere, a cura delle nuove famiglie di provenienza non baronale, le "masserie", grandi complessi edilizi da cui si poneva cura a centinaia e centinaia di ettari di terreni. 

Di fatto i nuovi feudatari non si dedicavano alla cura dei loro "latifondi". Nel contesto culturale di quei secoli coltivare la terra, o dedicarsi in prima persona alla cura della campagna, comportava la perdita dei privilegi del proprio status sociale.

Il nuovo contesto socio-economico vede comunque il trapasso dalla logica "baronale" a quella "latifondista",  e coincide col sorgere nelle campagne siciliane -come ricordato- delle "masserie". Nell'ottica sociale è - in questa fase storica- che si assiste al processo di trapasso della gestione effettiva dei feudi alla custodia a uomini che definire di pochi scrupoli, è poco. Costoro erano chiamati "gabellotti" perché pagavano al proprietario una “gabella”, cioè un affitto.  Le terre venivano ovviamente coltivare da contadini in piccoli lotti oppure  da braccianti dipendenti direttamente dall'amministrazione del latifondista o del gabellotto. In questa situazione il lavoro dei braccianti e dei lavoratori tutti del latifondo era controllato da guardie armate di fucile:  i cosiddetti campieri.

 Ricorrendo a minacce, assassini, vendette spietate, i gabellotti ed i campieri costringevano la massa inerme dei contadini ad accettare salari da fame e durissime condizioni di lavoro. . .

 A chi era disponibile alla subordinazione ai mafiosi i gabellotti garantivano protezione e sicurezza. Tantissimi gabellotti divennero tanto potenti da rivoltarsi contro gli stessi proprietari latifondisti e dettare legge in molte tenute. Mediante i mafiosi che facevano ad essi riferimento erano infatti in condizione di estorcere denaro persino ai proprietari, in cambio della protezione dei loro raccolti.

 La nascita e l'affermarsi della figura del "mafioso" -dagli studiosi- vengono individuati proprio nei ruoli del gabelloto e dei campieri, ovvero in coloro che, speculando sul lavoro dei contadini, assicuravano la sopravvivenza della struttura di tipo feudale.

Fin d’allora e da quel contesto tratteggiato si è sviluppata in Sicilia la sub-cultura criminale: la mafia!

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Questa -sintetica- ricostruzione attinge e si ispira allo studio di antropologia dello studioso olandese condotto sul territorio di Contessa Entellina Anton Bloch.

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