La Storia, che sia storia nazionale o storia locale, ai nostri giorni è "scienza", nel senso che essa deve seguire l'impostazione da manuale, ossia, deve essere supportata da documenti e da testimonianze identificabili.
Ciò che domani sarà Storia oggi per noi è ancora cronaca, è ancora pagina di giornali, servizio televisivo. Le vicende di oggi vengono portate all'attenzione dell'opinione pubblica mediante le informazioni giornalistiche, ma col trascorrere del tempo -se esse troveranno conferme- diventeranno memoriali, brogliacci, libri e dopo le analisi ed i riscontri diventeranno Storia.
Del Cinquecento, il tempo che ci siamo proposto per descrivere il clima culturale, religioso, socio-economico e politico della Sicilia feudale, sappiamo oggi che i tanti memoriali di allora (che trattassero pettegolezzi, resoconti o provvedimenti dell'autorità) costituiscono Storia, con l'attenzione -però- che protagonista è il narratore, più che il quadro sociale narrato.
Grandi narratori del clima del Cinquecento sono stati certamente Machiavelli, Guicciardini ma anche i numerosissimi narratori e documentaristi dei modesti centri dell'intera Italia. La tenuta dei "Diari" non è un'abitudine dei nostri giorni; e gli archivi pubblici (Siciliani soprattutto) sono ricchi di documentazione, capillare e rigorosa, sul feudalesimo nei centri interni dell'Isola. I possibili buchi che possono rinvenirsi nella vicenda di Kuntisa sono facilmente riempibili con ciò che capitava a Bisacquino o a Sambuca, o meglio ancora a Giuliana.
E' scontato che gli storici di professione, nelle loro opere, riescono a dare quella visione globale che va oltre i confini ristretti di una "Università" e di un più vasto dominio baronale.
Nella documentazione, mai sistematica e chiarificatrice, degli archivi palermitani, ciò che attiene la periferia feudale, non esiste la possibilità di cogliere un unico filo o un disegno politico chiaro delle realtà interne dell'Isola. I protagonisti feudali erano quasi sempre, come per Kuntisa, figure storiche della grande politica del Regno e l'immagine storica che ne viene tratteggiata è quella della politica ad ampia dimensione piuttosto che quella del gestore della baronia locale; è difficile quindi giudicare o fare il disegno di un Cardona o di un Colonna semplicemente per ciò che essi rappresentavano (o frequentemente, non rappresentavano -stante l'abituale assenteismo- nella baronia di Kuntisa).
(Segue)
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