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sabato 7 maggio 2022

Curiosità

Il tempo del progresso (7)

Il tempo del progresso sociale e civile 

= = =  Esistette un tempo (il '68) che durò qualche decennio in cui si è riflettuto sui totalitarismi ed i loro orrori con riferimento al Comunismo sovietico e dell'Est europeo e ci si è interrogati sul potere così come veniva gestito nello stesso Occidente. Fu un periodo in cui -per dirla in breve- ci si è interrogati sulla Storia.

= = = In quel contesto "di messa in dubbio di tutto" servivano delle risposte. Il mondo studentesco (con la sua "contestazione continua") e quello sindacale che esprimeva la società ancora in ultima fila, esigevano dalla società, presunta libera dell'Occidente, più di un esame di coscienza. Gli individui, se pur all'interno di collettivi, esigevano non più militanza ma di essere "persuasi"; le precedenti esemplarità di comportamento sociale venivano, allora, sottoposte a continue verifiche umane e politiche. Si trattasse di personaggi istituzionali o di semplici usceri regionali. Si esigeva una nuova, diversa, esemplarità umana da dover additare.

= = = Fu quello un periodo in cui crollarono, tutte, le ideologie e al mito per confrontarsi con la vita ed il privato fu tolta la patina del "rispetto a priori". Mantenere i criteri della vecchia società sembrò che significasse un "dogma" che toglieva spazio alle libertà personali. La cultura, la scienza, non rimasero solamente nella conoscenza dei programmi ministeriali privi di amore e calati dall'alto.  Da esse si pretese che fosse chiaro -a priori- quanto fossero in grado di dare. Il nuovo consistette -in buona sostanza- nel fare giustizia dell'impostazione sociale, politica e culturale della precedente società, fino ad allora plasmata dai "genitori".

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