Da oggi una pagina curata da Tommaso,
un nome di fantasia
La vicenda umana sembra scorrere come da sempre, sembra che mai ci imbattiamo in sorprendenti mutamenti. Ne è esempio la guerra che accompagna l'uomo sin dai primordi della civiltà. Su questa pagina intendiamo affrontare la fenomenologia emotiva, mentale e perfino fantastica che però, frequentemente, precede e non raramente precostituisce i fatti che accadranno domani. E' quanto capita in Letteratura, dove -lo sappiamo- la realtà riportata è frequentemente inventata, trasposta nei luoghi dell'immaginario e tuttavia viene esplorata da tante menti aperte al nuovo che si propongono di capire e spesso ricomporre una realtà meno fittizia, e tuttavia pure questa destinata a disperdersi.
Molti sono coloro che considerano la "Letteratura" un'esperienza extratemporale e circoscrivibile, quasi come extraterritoriale. La considerano quasi inviolabile perché sviluppatasi nella separatezza dei contenuti e delle forme. Eppure non manca chi la Letteratura l'accosta alla Storia; storia di se stessa, delle opere e degli individui, che alla fine diventa storia generale della civiltà, del periodo storico che attraversiamo come umanità, storia della comunità e/o della "nazione". La Letteratura intesa in questo senso diventa fondamento di "cultura" ed esprime "cultura".
Su questa pagina tratteremo quindi della "parola" e della sua funzione; funzione comunicativa ed espressiva oltre che elemento trasformativo della cultura entro cui tutti viviamo. L'efficacia della parola in passato era limitata territorialmente, adesso con la rivoluzione tecnologica che ha unificato l'intero pianeta trasformandolo in "villaggio elettronico" siamo pure passati alla "comunicazione per immagini".
Continuate a seguirci. Scopriremo insieme come e perchè nei secoli bui (Medio Evo) la realtà umana fu fioca: all'alfabeto scritto si sovrappose allora quello visivo. In quel periodo scarseggiavano i libri ma l'intera Europa seppe disegnare sul paesaggio all'inizio tantissime chiese, poi tantissimi castelli ed infine tante città e all'interno dei templi si continuò con un racconto latente orale e soprattutto per immagini. Fu un periodo di crisi della parola ma non di contrasto o dissidio culturale. Così come ai nostri giorni assistiamo ad una sviluppata cultura dell'immagine e tuttavia non possiamo dire che esiste dissidio rispetto alla carta stampata (libri, riviste e giornali). La "civiltà della scrittura" ha ancora modo di accompagnarci nell'orizzonte telematico che caratterizza i nostri giorni.
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