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Sarà capitato a tanti lettori del Blog di seguire pomeriggio dopo pomeriggio le "maratone" di Enrico Mentana su "La 7". Da quasi tre mesi il bravo giornalista ci racconta la guerra in Ucraina e le conseguenze che da quell'area stanno coinvolgendo l'intero pianeta. Noi italiani stiamo -per intanto- pagando a caro prezzo l'energia per far funzionare la complessa macchina di un paese dallo stile di vita europeo ed -inoltre- stiamo subendo le conseguenze dell'inflazione generalizzata che si riversa sul costo della vita: dicono i dati ufficiali che esso navigherebbe già al sette per cento. Di fatto, quando ci occupiamo della spesa familiare, tutti ci accorgiamo che su questo piano siamo ... ben oltre il sette per cento.
Appena una generazione fa i nostri padri ci raccontavano di fili spinati, di forni crematoi ai danni di alcune presunte razze di umani "diversi", del lancio di devastanti bombe a forma di fungo sul Giappone e -adesso-, nel cuore della civile Europa, avviene una guerra fratricida che, tanto per coinvolgere l'intero pianeta, fra le iniziative strategiche prevede il blocco dei porti ucraini da cui -fino a ieri- partivano le navi cariche di grano verso una cinquantina di paesi, molti dell'Africa. La conseguenza, che si ripercuote ai danni di tante popolazioni "innocenti" che non hanno mosso un dito per irritare Putin e nemmeno il suo omologo ucraino, è che in Africa già si assapora la carestia di viveri, il rischio conseguente di pestilenze e quanto inevitabilmente ne consegue.
Ci eravamo illusi che nel terzo millennio sarebbe stato impossibile tornare a parlare di penuria di cibo, di diffusione di malattie da fame. Eravamo convinti -in assoluto- che nella civile Europa non si sarebbe mai più parlato di conflitti bellici, anche perché sono scomparse, sarebbero già scomparse, le ideologie dell'assoluto (nazi-fascismo e comunismo). Eppure ...
(Segue)
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