I casi Diciotti e Gregoretti sono identici, e la procura di Catania ha sempre chiesto di archiviare. L’ipocrisia di Luigi Di Maio che adesso annuncia voto favorevole a procedere vs. Salvini. Politici che vivono solo di convenienze e zero convinzioni.
PIERO SANSONETTI, giornalsta
Dalla parte dello Stato di diritto. Se leggo che su 112 arrestati 109 sono stati assolti, se leggo che la Cassazione dice che un’indagine di un magistrato è stata svolta con pregiudizio... magari mica mi fido tanto. Lei?
NICOLA ZINGARETTI, segretaio Pd
«Le elezioni ci saranno se dovessimo valutare che l’esecutivo ha esaurito la sua funzione e non serve più all’Italia. Il Pd non intende stare al potere per il semplice gusto di esercitarlo. In ogni caso, la vicenda del referendum sul taglio dei parlamentari non influisce sulla data del voto».
Il segretario dem si è poi soffermato sulla riforma della legge elettorale: «Semplice: siamo partiti dalla nostra posizione per un maggioritario a doppio turno ma le riforme si fanno con i voti e ora occorre trovare una sintesi. Un maggioritario troppo squilibrato, nell’attuale atipico bipolarismo italiano, può portare ad una soverchiante e sproporzionata vittoria della destra sovranista. Un proporzionale puro, al contrario, sarebbe la semplice fotografia della frammentazione attuale».
«Tra queste due opzioni vi è il terreno di un confronto di tutta la maggioranza e, poi, anche con l’opposizione. Stiamo parlando di sistemi proporzionali non puri che comunque garantiscono la massima semplificazione del quadro politico e conservano un’ambizione al bipolarismo».
IL MANIFESTO, giornale
Migranti, mercantili usati per i respingimenti. Italia denunciata all’Onu.
Mediterraneo. In un rapporto del Forensic Oceanography il caso della nave Nivin che a novembre dell’anno scorso riportò 93 persone a Misurata
Il caso preso in esame riguarda il mercantile Nivin. Il 7 novembre 2018 la nave, battente bandiera panamense, riceve dal Centro nazionale di coordinamento marittimo italiano la richiesta di intervenire in aiuto di un’imbarcazione con 93 migranti in difficoltà nel Mediterraneo.
In seguito al soccorso, al Nivin viene detto di contattare la Guardia costiera libica che, a sua volta, ordina di riportare i migranti in Libia. Una volta arrivati nel porto di Misurata, però, i migranti rifiutano di lasciare la nave sapendo che sarebbero stati riportati nei centri di detenzione. La resistenza dura dieci giorni, al termine di quali le forze di sicurezza libiche intervengono con lacrimogeni a pallottole di gomma per costringere i migranti alla resa. Migranti che poi vengono imprigionati nei centri, dove sono in molti quelli che subiscono violenze e torture.
A rendere noto quanto accaduto è un cittadino sud-sudanese oggi residente a Malta ma all’epoca dei fatti tra i migranti costretti con la forza dai libici a scendere dalla Nivin. L’uomo ha raccontato ai volontari di Medici senza frontiere che lo hanno incontrato a Malta di «essere stato colpito con una pistola a una gamba, arrestato malmenato, costretto al lavoro forzato e privato di cure mediche per mesi».
A presentare la denuncia alle Nazioni unite è stato il Global Legal Action Network (Glan), che punta il dito sulle responsabilità italiane: «I respingimenti delle persone che l’Italia ha rimandato in Libia erano illegali» scrive l’organismo in una nota ricorda anche come i «respingimenti privati» siano aumentati in modo significativo dal giugno del 2018, con gli Stati che hanno utilizzato sempre più i mercantili per «cercare di aggirare i loro obblighi verso i migranti». E a proposito della Nivin il rapporto di Forensic Oceanography aggiunge che l’operazione venne «coordinata» dalla Guardia costiera libica che era «in comunicazione» on una nave della Marina italiana ormeggiata a Tripoli. E ancora: «Sebbene gli attori coinvolti possano dare l’impressione di un coordinamento tra attori statali europei e la Guardia costiera libica, il controllo e il coordinamento rimasero costantemente nelle mani di attori europei e in particolare italiani». «La nostra denuncia – conclude il responsabile del Glan, Gearoid O’Cuinn – si rivolge al tentativo dell’Italia di abdicare alle sue responsabilità nel rispetto dei diritti umani, privatizzando i respingimenti i migranti riportati in una situazione di incubo in Libia».
La denuncia rappresenta i ruolo attivo svolto dall’Italia nel respingere i migranti in Libia, e che non si limiterebbe alla sola fornitura di motovedette e assistenza tecnica alla Guardia costiera libica. «Il nostro Paese, con i nostri soldi, ha fatto questo», ha contato l’ex sindaco di Lampedusa, oggi europarlamentare, Pietro Bartolo. «Da rapporto emerge la pratica di arrivare a rivolgersi ai mercantili privati, laddove la Guardia costiera libica non poteva prendere in carico le persone che cercavano di arrivare in Italia. Mi auguro soltanto che le responsabilità vengano individuare prima possibile».
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