Le classi sociali attraverso i secoli
Gli arbëreshe che in più tempi dal XV al XVI secolo arrivarono in Sicilia, lo abbiamo riportato su altri post precedenti, nella terra d'origine non avevano conosciuto il "feudalesimo" -sistema socio-economico che si era affermato in Occidente dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente- e pertanto non dev'essero stato facile per loro reinterpretare il modo di socializzare umano e di vivere vigente nella nuova terra occidentale di insediamento.
La Sicilia di allora, tolte le poche "città" demaniali amministrate comunque da nobili, era rappresentabile su una immaginaria carta geografica da numerosi insediamenti rurali. Centri rurali non tanto per riguardo alla popolazione che in alcuni casi arrivava a superare i diecimila abitanti, ma più generalmente per il genere di vita pubblica e privata che vi dominava in ogni sua manifestazione.
La popolazione era classificabile più o meno così:
-una o due famiglie di "civili" che curavano gli interessi del barone lontano (nel caso di Kuntissa i Cardona risiedevano fra Caltabellotta e Sciacca),
-un clero abbastanza numeroso, con i vertici locali (i papàs-parroci) generalmente appartenenti alle famiglie dei "civili".
-una cinquantina di burgisi (contadini fortunati che coltivavano un lotto di terreno in enfiteusi ottenuto dal barone). Il lotto era volutamente insufficiente al sostentamento della famiglia in quanto il barone, con l'accorgimento dell'enfiteusi limitato, costringeva anche i piccoli burgisi a lavorare sui feudi per poco o per un quasi nullo compenso.
-una cinquantina di operai/artigiani (fabbri, muratori, carrettieri etc.).
-una grande massa di contadini senza terra (braccianti) costretti a lavorare per ... un pezzo di pane.
I baroni che vivevano lontano chi erano ?
Costituivano la vera aristocrazia del XV, XVI secolo. Discendevano in linea più o meno diretta dagli antichi conquistatori normanni o francesi o spagnoli. Essi abitavano per gran parte dell'anno nel capoluogo (Palermo e/o Messina).
I baroni di Kuntissa possedevano gran parte della Sicilia/meridionale da Calatafimi a Caltanissetta con alcune enclave appartenenti ad altre famiglie.
I Peralta e/o i Cardona non si occupavano affatto delle colture dei loro vasti possedimenti. Erano i "civili", da essi incaricati a gestire feudi, centri abitati, mulini e opifici. Sul territorio i "civili" rappresentavano l'autorità pubblica e nel contempo l'esercizio produttivo della vita feudale complessiva.
La gestione dei feudi non sempre era condotta in forma diretta; si usava frequentemente la formula della "gabella" che consentiva al barone di vivere in città e di consumare in essa la "rendita".
Raramente o mai i baroni visitavano le "comunità feudali", a cui -mediante i "civili" al loro servizio- di tanto in tanto facevano pervenire un aiuto per ripristinare la chiesa o le chiese del paese.
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