Il 18 Dicembre 1935 il regime fascista -imposto da Benito Mussolini- chiede agli italiani di consegnare allo Stato gli oggetti in oro da loro posseduti per fronteggiare le spese della guerra in Etiopia.
Per la gran parte degli italiani l'unico oro posseduto in casa era quello dell'anello nuziale e tuttavia per spirito patriottico vengono raccolti ben oltre 33miila chilogrammi.
Il «plebiscito dell’oro» come venne definito dagli storici non aveva solo finalità economiche, ma soprattutto aspetto propagandistico: mirava a migliorare l’immagine esterna del regime nei confronti delle democrazie occidentali e a riabilitare la guerra come espressione autentica della volontà popolare. Sotto altro aspetto i vertici fiutarono la grande opportunità di coinvolgere molto più fortemente la popolazione nel sostegno alla patria, unificandola come comunità compatta e solidale sotto il fascismo: l’offerta dei gioielli di famiglia simboleggiava il superamento dell’egoismo liberale in favore di un primato della collettività sotto il duce.
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