A
distanza di un anno dall’avvio di una importante iniziativa per le famiglie
siciliane, il microcredito, si sta facendo in queste settimane un’analisi, soffermandosi sui dati che rispecchiano quale sia la situazione
regionale.
Promosso
dalla Regione Siciliana, ai sensi della legge regionale 12 maggio 2010
numero 11, il microcredito rappresenta un beneficio per le famiglie che
vivono un particolare e temporaneo disagio (economico, abitativo, tutela
della salute, percorsi educativi e di istruzione), ma che, comunque, presentano
potenzialità economiche future tali da giustificare l’assunzione di impegni di
responsabilità, come quello, appunto, di ricevere un prestito e garantirne la
restituzione.
Il finanziamento, che non può superare i 6
mila euro, da restituire entro un periodo massimo di 5 anni (solo dopo si
potrà beneficiare di un secondo prestito), è concesso per favorire la
realizzazione di progetti di vita familiare, per sviluppare e migliorare
condizioni sociali, economiche e lavorative.
«La dimensione delle esigenze del
territorio – spiegano negli ambienti del volontariato – è data, come sempre,
dai numeri: in un anno lo Sportello Microcredito ha trattato 283 casi,
di cui 126 ammessi a istruttoria, 87 inoltrati alle banche convenzionate per la
successiva trattazione e 14 i microcrediti accordati dalle banche.
Numeri che, oltre a dare la misura della
grande mole di lavoro, evidenziano la macroscopica differenza tra le pratiche
proposte e i microcrediti accordati: solo un 16% che deve far riflettere sui
criteri di selezione applicati dalle banche, non uniformate allo spirito
dell’iniziativa e alle aspettative del corpo sociale».
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