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giovedì 21 febbraio 2013

Cosa resta da fare ai siciliani onesti ?

Il Ciapi e' uno degli Enti strumentali attraverso cui mamma Regione Sicilia ha sperperato miliardi di fondi propri e comunitari per fingere di dare "formazione" ai giovani disoccupati siciliani. Come invece tutti sappiamo noi siciliani, e' stato una delle decine e decine di manciatoie dove insaziabili uomini di partito, di politici da quattro soldi, hanno alimentato il loro appetito senza mai riuscire a saziarsi.
A chi apparteneva il Ciapi ? Il Ciapi era un ente ecumenico, qui sedevano uno accanto all'altro uominicchi della triade (pdl, pd, udc) che in armonia dividevano il tutto e per essere ancora piu' angelici e non avere nessuno che potesse sospettare di loro hanno messo a sedere a tavola uomini dell'altra triade, Cgil, Cisl, Uil. 
Cosi' strutturata chi avrebbe avuto nulla da eccepire ?
L'ultimo Presidente, rimosso appena quattro mesi fa', prima che arrivasse un Commissario e' stato Francesco Riggio, uomo del Pd, candidato ma trombato alle elezioni regionali dell'ottobre scorso.
I giudici del Tar hanno dichiarato quattro mesi fa'  il Ciapi un Ente inaffidabile ed hanno sostituito l'ecumenico Consigluo di amministrazione con un commissario. 
Il presidente, per tanto tempo, è stato Francesco Riggio che, ad esempio, nel 2009 riceveva un'indennità annua lorda di 92.791 euro. Appena 59.124 euro, invece, “toccavano” ai consiglieri. In quegli anni, i componenti del cda rappresentavano quasi tutte le forze politiche: dal candidato al Parlamento nazionale Giulio Tantillo (pd), a Giangiuseppe Gattuso già membro della direzione cittadina dell’Udc, di Michelino Bruno in quota ex An, Salvatore Schembri (vicino al deputato regionale Santi Formica) o a ex dirigenti sindacali come Domenico Amato (in quota Uil), Martino Russo (Cisl-Ial) e Franco Marino (Cgil). 
Ovviamente se il Ciapi era una mangiatoia, il fiume di denaro pubblico non poteva fermarsi a questi rigagnoli.  
A queste indennità che per i nostrani politicanti sono molliche che offendono la loro "mancanza di dignita'", i politici-amministratori aggiungevano altre sostanze quali i gettoni di presenza nei cosiddetti Comitati di pilotaggio o Comitati tecnico-scientifici. Per ogni seduta, un “bonus” di circa 300 euro. Una cifra che essi ritenevano miserabile,  cosicche'  questi comitati  erano ritmati assai frequenti. Al punto da consentire ai componenti del cda di aggiungere cifre annuali che oscillavano tra i duemila e i ventimila euro. Ai consiglieri, poi, si aggiungono le figure dei “direttori” dei corsi con  compensi stratosferici. Come nel caso di Aldo Greco, ex capo di gabinetto di Francesco Scoma, e direttore di più di un progetto.
Gli incarichi potevano consentire di percepire  cifre (al lordo) che oscillavano tra i 150mila e i 200 mila euro per tutta la durata del progetto.  Resta inteso che gli uomini dell'ecumenico Consiglio di Amministrazione avevano il dovere di passare, di .... provvedere alle spese della campagna elettorale dei referenti che li avevano designati (almeno cosi' ipotizza la denuncia presentata alla Procura della Repubblica dalla Guardia di Finanza).
Poi ci si chiede perche' il 52% dei siciliani non e' andata a votare il 28 ottobre. La risposta potrebbe essere perche' il fango sta toccando ....il soffitto.
Pure uomini designati dalla cgil di Susanna Camusso partecipavano, a quel che pare, al banchetto.
Cosa resta da fare ai siciliani onesti ?

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