L’Italia possiede beni culturali, archeologici, paesaggistici, storici e artistici più numerosi di qualunque altra Nazione nel mondo e la Sicilia, di essi, ne ha oltre un quarto.
Eppure, secondo il rapporto reso noto in questi giorni dal World tourism organization i Paesi che hanno avuto più presenze e pernottamenti nel 2012 sono i seguenti:
Francia 79 milioni,
Usa 62 mln,
Cina 57 mln,
Spagna 56 mln,
Italia 46 mln.
Inoltre si legge che l’Italia è seconda, dopo la Francia, per il turismo religioso.
Essendo poi Roma la sede del Papato, una sorta di capitale del cattolicesimo mondiale, non si spiega come il richiamato turismo religioso possa collocare l'Italia dopo il Paese transalpino.
Inoltre ancora le presenze di turisti alle Baleari, che hanno 1.500 chilometri di coste come la Sicilia, sono undici volte di più.
Dal quadro tracciato si intuisce che vi sono molte situazioni che qui da noi non fanno funzionare il comparto del turismo come esso dovrebbe.
Fra essi sicuramente vi sono servizi mediocri e non messi in rete, assenza di sinergie, prezzi elevati in rapporto ai servizi medesimi e, ultimo ma più importante, l'incapacità delle istituzioni nazionali, regionali e comunali, di creare al proprio interno task force capaci di effettuare azioni utili all’attrazione dei turisti.
Se ci giriamo attorno, qui in Sicilia, qui a Contessa Entellina, constatiamo come tutto cio' che meriterebbe di essere valorizzato e conservato versa in stato di abbandono. Fra le situazioni che non funzionano come dovrebbero c'e' da annoverare quindi l'ignoranza grassa, da misurare a quintali, di molti amministratori territoriali della cosa pubblica.
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