La gente che pensa che la politica sia un servizio
La logica dei cittadini normali, di quelli che lavorano,
pagano le tasse e sperano in un futuro diverso è molto, ma molto, lontana da
quella dei politici politicanti.
In un quadro parlamentare come quello uscito fuori dalla consultazione
di domenica scorsa chiunque, qualunque persona di buon senso, penserebbe: “per amor di patria mettiamo da parte
ogni contrasto, facciamo un programma condiviso di pulizia della casa,
sistemiamo le cose essenziali e presentiamoci dignitosamente all’esterno
mostrando le migliori dotazioni di competenza ed onestà di cui disponiamo”.
La gente che pensa che la politica sia supremazia
I politici politicanti invece ragionano: “Hai avuto più
voti, ebbene, arrangiati ! Non ce la fai ? mors tua vita mea”. Oppure: “Se io ti aiuto ad uscire dalle
difficoltà, a te che sei rosso (o bianco, o celeste) rischio di perdere il mio
elettorato che ha votato non per me, ma contro di te”.
Oppure ancora: “Io mettermi con te ? ma sei impazzito. Io
sono una cosa nuova, non posso contaminarmi con te che sei fradicio per le
tante stagioni che hai attraversato. Io starò ad aspettare che tu crolli; poi
arriverò io e reggerò tutto da solo”. Oppure "Bene, tu non riesci a tirare la barca da solo. Io sono quà, sono pronto ad aiutarti nell'interesse di tutti, però non posso sfigurare agli occhi della gente e quindi devo sedermi in un posto di primissima fila, come se ad avere vinto non sei stato tu ma io".
In questo contesto di logiche malate, il Paese, l’Italia
affonda. No, ad affondare siamo noi che ai politici politicanti, vecchi e nuovi,
abbiamo dato il voto.
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