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I Padri
della Chiesa d’Oriente hanno sempre
·
affermato
che è impossibile sapere ciò che Dio è,
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si può
solo sapere che Egli è, poiché si è rivelato nella
·
storia
della salvezza
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come
Padre, Figlio e Spirito Santo
Se parlare o soffermarsi su
Chi è, Come è Dio è un percorso impraticabile per l’uomo non resta che realizzare e
costruire la comunità cristiana attraverso la celebrazione della
liturgia, la
rievocazione di tutte le opere che Dio ha messo in campo per recuperare l’essere
umano, ammalatosi di egoismo e segreto predominio sul prossimo che gli sta
accanto.
Attraverso la
liturgia l’essere
umano può venire a contatto col mistero.
E se quindi il fine è il
contatto col mistero, ossia con la possibilità continua di esperienza del divino che per questa via si lascia gustare, poco importante
appare l’infinita disquisizione della chiesa occidentale-romana -dall’illuminismo
in poi- sulla secolarizzazione, il modernismo, il progressismo o di contro sull’oscurantismo
degli integralisti. Vale la regola "Dai a Dio ciò che è di Dio, dai a Cesare ciò che è di Cesare".
La Chiesa, le Chiese bizantine rispetto alla società civile
La Chiesa bizantina, la
Chiesa d’Oriente, non ha alcuna abitudine di intervenire sulle questioni che
riguardano gli Stati. L’attivismo terreno della Chiesa è svolto per intero su
un terreno religioso, culturale, sacramentale al fine di trasmettere
incontaminata la salvifica fede dei padri di generazione in generazione, senza
la necessità di riforme stante l’incontaminazione rispetto alle vicende
terrene, di pretta competenza come già detto della politica, dello Stato.
Questo disinteresse delle Chiese Orientali sulle questioni politiche in
Occidente, dagli osservatori poco addentro, viene letto ed interpretato come
subordinazione della Chiesa allo Stato.
Da questa impostazione
assolutamente non-papalina, spicca all'occhio degli osservatori il grande impegno per la conservazione del patrimonio religioso
delle origini, della Tradizione, delle Sacre Scritture, in pratica della Fede delle
prime comunità apostoliche con la ripetizione e l’elevazione, anche, di canti ed
inni plurimillenari.
Ovviamente l’immutabilità è
solo apparente, si tratta forse più precisamente di una immutabilità vivente.
Nelle Chiese Orientali i fedeli si sentono personalmente impegnati a preservare
il grande patrimonio ereditato, per trasmetterlo inalterato all’avvenire, ma al contempo in campo di trasmissione
della Fede si parla di fedeltà alla Tradizione apostolica creativa. E’
l’imprevedibilità dello Spirito Santo che vivifica e trasforma.
E’ chiaro ed evidente,
comunque, che anche le Chiese d’Oriente, e con esse la comunità greco-bizantina
raccolta nell’Eparchia di Piana degli Albanesi, vivono nella Storia e –che lo
vogliano o meno- sono dei soggetti “politici” che interagiscono col mondo.
Anzi, e questo è rilevabile in tute le realtà statuali in cui la cultura
religiosa di matrice bizantina è presente, esse sono un primario fattore di
identità etnico-culturale. In Sicilia gli arbëresh, in Russia i russi, in Grecia i greci etc. etc.
Chiunque voglia studiare la
cultura degli Stati dell’Europa Orientale
non può procedere come se stesse vagliando un paese dell’Occidente. Se nei paesi di religione cristiano-bizantina la distinzione religiosità-politica è
netta non è invece distinguibile l’identità Nazione-Ortodossia.
Dopo esserci soffermati sul
ruolo, sul piano storico, della Chiesa bizantina rispetto alle problematiche
vissute nelle società su cui insistono, in una prossima nota torneremo a soffermarci
ancora sul senso e significato della Liturgia.
LEGGERE:
La liturgia pontificale bizantina. (n. 1)
La liturgia pontificale bizantina. (n. 1)
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