Secondo alcuni storici la data considerata più probabile dell’avvenuta crocifissione di Yehoshua ben Yosef, è venerdì 7 aprile dell’anno 30. A quanto pare Gesù, quando morì, di anni ne aveva 36. Quindici secoli fa’, quando si definì l’ «era cristiana», pare che si sia sbagliato a calcolare la data della nascita e, di conseguenza, quella della morte.
Data più probabile è, e’ ritenuta, quindi venerdì 7 aprile dell’anno 30 e di anni ne avrebbe avuto 36. Tutto dipende dal fatto che quindici secoli fa, quando in Occidente si definì l’ «era cristiana», si è sbagliato a calcolare la data della nascita e, di conseguenza, quella della morte.
Quel 7 aprile dell’anno 30
Gerusalemme, aprile dell’anno 30, mattina. Ponzio Pilato, procuratore romano in Palestina, non ha fatto una gran carriera, si trova a governare la Giudea, ai confini dell’Impero guidato allora da Tiberio. La scena probabilmente si sarà svolta (secondo alcuni storici) nel Palazzo di Erode il Grande, sulla collina occidentale, vicino all’attuale porta di Giaffa.
Davanti al procuratore e’ stato portato un predicatore trentenne ebreo della Galilea, un rabbì di Nazaret, forse un rivoltoso, pensa fra se Pilato, un certo Yehoshua ben Yosef, nella forma abbreviata Yeshùa. Per il Procuratoore si tratta di emettere una sentenza, una delle tante in quella regione irrequieta.
Pilato, stava lì, in carica da quattro anni, e non era mai entrato in sintonia con quella gente che stando agli storici egli disprezza e ne viene ricambiato. Sara’ quel caso giudiziario più clamoroso della storia dell’umanità a farlo passare alla Storia. Il processo si chiude in poche ore con la condanna alla pena capitale, nella forma più crudele e infamante: la crocifissione. Ma cos’ha fatto, per i suoi accusatori, Gesù? Quali sono i capi d’imputazione? Di che cosa viene giudicato colpevole? Per il sommo sacerdote, Caiffa, era reo per essersi autoproclamato Figlio di Dio.

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